Oliviero Toscani... "is back": «Cari veneti, ecco cosa penso davvero di voi»

Domenica 8 Ottobre 2017
Oliviero Toscani... "is back": «Cari veneti, ecco cosa penso davvero di voi»
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In giro si sente dire, el fotografo xè tornà. Ma lui tuona «Quale rientro? io non ho mai smesso di lavorare, non conosco altra cosa, lavoro sabato e domenica; siete voi veneti invece che dovete pensare di più a come vi comportate...». Eccolo. Rieccolo. Anzi no: non se n'è mai andato e non ce ne eravamo accorti. A Oliviero Toscani (28 febbraio 1942, fotografo) non dovete parlare d'età, di creatività, idee o successo. Né tantomeno dei veneti, dei leghisti, degli imprenditori. Come sente la parola giornalista la sua voce sale di tono e sa bene che lo guarderanno in tanti per il rientro. Chissà se le virgolette fanno apparire la parola (rientro) accettabile alla sua visione del mondo. Chissà. In ogni caso Toscani di nuovo a Treviso, a Fabrica, vicino a Benetton&C., è un evento. Anche se molto è cambiato da 35 anni fa quando cominciò e non vuol dire niente su quello che farà. Per intanto prepariamoci alle sue frecce.

Mica ha trattato bene i veneti però dicendo che sono ubriaconi... 
«Ahh, non ho detto così, siete voi che me lo fate dire: ho detto che avete un'eredità etilica nel Dna, ed è vero. Anche nella vostra parlata si sente l'accento etilico (la sua, da milanese trapiantato in Toscana, non avrebbe alterazioni né da merlot né da graspa ndr). Questo ho detto ed è vero. E dovete ringraziarmi».

Grazie, girare con un'inflessione dialettale magari gentile e sentirsela descrivere come un'ombretta...
«Bravo, è così. E poi basta con ste storie, non ho nessun rapporto speciale col Veneto, dialogo con chiunque. Certo che se dall'America alla Sicilia tutti ti domandano perché il Veneto è così ci sarà un motivo... Sono lombardo, non ho preferenze, guardo i singoli individui e vedo coglioni dappertutto, non solo da voi. Del Veneto non ne so niente, tratto con le singole persone e basta».

Però ripete che gli imprenditori qui non hanno più il coraggio di una volta?
«È così. Sono ricchi, e i loro figli sono nati ricchi, finito un mondo. Ma sono gli italiani in generale mal messi: non hanno nemmeno la voglia di dimostrare e di protestare come fanno in Francia. Troppi fighetti con la Porsche; e quelli che perché vanno all'università credono che poi spetti loro un posto di lavoro? Io credo invece nella precarietà, sono stato precario sempre».

Ha avuto maestri?
«Sì. Ma se ne incontrano ancora tanti, anche per strada: artigiani, gente molto semplice e in gamba, e io la riconosco quando è in gamba».

 

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 20:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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