Papa Francesco in Emilia sostiene i migranti che chiedono di essere legalizzati, «hanno bisogno di documenti»

Domenica 1 Ottobre 2017 di Franca Giansoldati
Papa Francesco in Emilia sostiene i migranti che chiedono di essere legalizzati, «hanno bisogno di documenti»
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Città del Vaticano - «Nei migranti vedo Gesù Cristo che bussa alla porta». Migranti da legalizzare. Papa Bergoglio nell'Hub di Bologna dove vengono raccolti centinaia di migranti si fa portavoce delle loro richieste e, a braccio, si associa alla richiesta di documenti. «Nel mio cuore voglio portare la vostra paura, la difficoltà, i rischi e anche tante scritte, aiutaci ad avere dei documenti». Stamattina il pontefice è volato in elicottero prima a Cesena e poi a Bologna dove ha insistito per l'apertura di corridoi umanitari «per i rifugiati». Il suo ventesimo viaggio italiano è stato organizzato attorno a tre concetti chiave: integrazione, dialogo, vicinanza agli ultimi. Temi che nei giorni scorsi sono stati oggetto di contestazioni nel cesenate dai giovani di Casa Pound che hanno affisso qualche manifesto contro la linea di accoglienza che sta portando avanti la Chiesa. Cesena è stata inclusa nel programma papale perché Francesco voleva ricordare il terzo centenario di Pio VI, un Papa eletto dopo quattro mesi di conclave e che ebbe un pontificato travagliato, finendo arrestato da Napoleone Bonaparte, portato in esilio in Francia dove poi morì in carcere. E' a Cesena che Francesco ha lanciato un appello ai politici. «Non siate né padroni, né servi, oggi più che mai c'è bisogno di una buona politica che non sia asservita alle ambizioni individuali o alla prepotenza di fazioni o centri di interessi».

Esattamente come ha fatto anche ieri in Vaticano, davanti a 200 sindaci dell'Anci, Bergoglio è tornato sul tema della centralità della gente. «E' questa la base del buon governo della città, è essenziale lavorare tutti per il bene comune. Per essere motore di uno sviluppo sostenibile e integrale».

Al suo arrivo a Bologna il Papa si è trovato di fronte i mille migranti ospiti del centro di accoglienza regionale di Via Mattei. Nigeriani, eritrei, somali, congolesi, centrafricani. Li ha salutati tutti. Uno gli ha regalato il braccialetto giallo che serve per il riconoscimento e il Papa lo ha indossato senza mai toglierselo. Poi si è fermato a fare decine e decine di selfie con ragazzi e ragazze africani. La parola poi è passata a loro, ai migranti, per dare corpo alle loro attese, alle loro sofferenze, al viaggio nel deserto e attraverso il Mediterraneo, alla fatica sopportata per avere maggiori opportunità nella vita. «Abbiamo bisogno di documenti» recitavano alcuni cartelli. 

Nei giorni scorsi Papa Francesco ha manifestato preoccupazione per i segni di intolleranza e xenofobia che si vedono in Europa. Il programma della giornata è proseguito con l'incontro con il mondo del lavoro, l'Angelus in piazza Maggiore ed il pranzo di solidarietà con i poveri, i rifugiati ed i detenuti, nella basilica di San Petronio. Nel primo pomeriggio l'incontro con i sacerdoti, e gli studenti ed il mondo accademico in piazza San Domenico, infine, prima di ripartire per Roma, allo stadio Dall'Ara la celebrazione della Messa. Nel 1256 Bologna fu il primo Comune italiano ad abolire la servitù pagando con il proprio “tesoro” il riscatto di circa 6.000 servi della gleba. Un esempio di coraggio istituzionale che Bergoglio ha lodato. «Bisogna fermare la schiavitù»ha detto. 
Ultimo aggiornamento: 19:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA