Roma, gestione campi rom, funzionarie corrotte con denaro, buoni benzina e gioielli

Mercoledì 22 Giugno 2016 di Michela Allegri
Roma, gestione campi rom, funzionarie corrotte con denaro, buoni benzina e gioielli
4

Interno numero 7, dipartimento Promozione dei servizi sociali e della salute del comune di Roma, viale Manzoni 16. E' l'ufficio della funzionaria Emanuela Salvatori ora indagata e già condannata per Maria Capitale e allontanata dal Comune, per questo motivo non arrestata. Su richiesta dei pm Maria Letizia Golfieri, Carlo Lasperanza, Edoardo De Santis e Luca Tescaroli, coordinati dall'aggiunto Paolo Ielo, il gip Flavia Costantini ha disposto il carcere per Roberto Chierici e Massimo Colangelo, rappresentanti delle cooperative favorite, per Loris Talone, imprenditore nonché assessore all'Agricoltura al Comune di Artena e per Salvatore Di Maggio, presidente del Consorzio Alberto Bastiani Onlus'. I reati ipotizzati sono corruzione, falso in atto pubblico e turbativa d'asta. Ai domiciliari Eliseo De Luca, vigile urbano dipendente del Dipartimento e Alessandra Morgillo, dipendente comunale. Misura interdittiva a carico di Vito Fulco, funzionario. L'inchiesta ha come arco temporale il periodo che va dalla fine del 2013 alla fine del 2014.. E' la stanza dove la corruzione si consuma, le mani si stringono e le mazzette si scambiano. S'infilano in rotoli dentro alle borsette. Sono i filmati, ancor più delle intercettazioni, a consegnare agli inquirenti la prova del «mercimonio della funzione pubblica», scrive il gip Flavia Costantini nell'ordinanza d'arresto. Gli episodi annotati dai carabinieri della stazione Eur sono innumerevoli. Ciò che disarma, è la nonchalance con cui la Salvatori intaschi tangenti e accetti regali. La stessa cosa fanno i suoi collaboratori. Alessandra Morgillo in testa: non si fa scrupoli a supplicare un imprenditore per trovare un lavoro alla figlia.
LE TELECAMERE
Le telecamere registrano anche il finto stupore di Claudio Zaccagnini, quando sotto Natale scarta un regalo di Loris Talone. «Questo è champagne», esclama. E' il 18 dicembre 2013, il dipendente riceve anche un altro pensiero: «Sono na cifra, 150 euro di buoni benzina... mi sento in imbarazzo». «Lo sai che è bravo Loris - replica la Salvatori - D'altra parte secondo me quello che facciamo noi qua non lo fa nessun ufficio». Talone si è dimostrato generoso. La funzionaria ha ottenuto un cesto e una bustarella nascosta in una cartellina con impresso il logo del Comune di Roma. Tra il 17 dicembre 2013 e il 5 marzo 2014, invece, Roberto Chierici consegna alla dirigente denaro almeno nove volte. «Ma che sei impazzito?», esclama la funzionaria ridendo. «E mica ci sta la firma», replica lui, mentre tira fuori dalla giacca una mazzetta e la infila nella borsa di lei.
LA STANZA
E' il 18 dicembre 2013. Nemmeno due settimane dopo, la Salvatori tiene aperta la tracolla «per agevolare il deposito di altre banconote». «Metti qua, metti qua», dice. Nella stanza delle mazzette entra anche salvatore Buzzi, il 17 gennaio 2014. Parla del progetto di monitoraggio sanitario degli immigrati, affare costato alla funzionaria una condanna a 4 anni - in abbreviato - nel processo Mafia Capitale. Il 27 marzo 2014 arrivano le prime avvisaglie dell'inchiesta. L'area del campo nomadi in via Cesarina, gestita da Chierici, è stata sequestrata: è stato interrato eternit durante i lavori di bonifica commissionati dal Comune. La Salvatori teme di essere intercettata. E l'amico imprenditore si offre di bonificare l'ufficio. «Bisogna fare una disinfestazione», dice dopo aver esplorato i muri con un rilevatore di frequenza. Chierici continua comunque a ottenere appalti. Per ringraziare, non si risparmia. Si offre di pubblicizzare attraverso il suo canale tv l'attività di dentista della figlia della funzionaria. Tramite suo figlio, poi, riesce a ottenere dei biglietti «settore poltronissima», per lo spettacolo Romeo e Giulietta, al Gran Teatro. E' la Salvatori a esprimere il desiderio: «So che stai organizzando una cosa bellissima», dice. «Sì, ci vuoi andare? Mi devi dire la data e quanti siete», risponde lui. Il giorno dopo, il desiderio è esaudito: «Vado al botteghino e dico Salvatori? Ero indecisa tra il mio nome e il tuo». Su consiglio della Salvatori e della Morgillo, l'imprenditore acquista un dono per una funzionaria del settore ragioneria. Un collier di marca Gucci. «Chiudilo nell'armadio, questo costa», si vanta Chierici.
«AMMORBIDIRE»
La donna deve essere «ammorbidita» per sbloccare i pagamenti alle ditte del corruttore.

Per comprare il suo favore, propongono pure di acquistare dei «lavoretti» fatti a mano da lei. «Prendiamo un po' di roba anche se non ci facciamo niente». Anche la Morgillo riceve favori come contropartita per i suoi servigi. Chierici, tramite un amico, trova lavoro alla figlia della donna. Raccomanda all'interlocutore di assumere la ragazza il prima possibile: «La madre mi manda le delibere del Comune, capito?».

Ultimo aggiornamento: 15:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci