​Mezzo secolo di roccia: ha 50 anni
il Consorzio della pietra piasentina

Sabato 12 Dicembre 2015 di Paola Treppo
Una cava di pietra piasentina

FRIULI - Costituito nel 1965 da un gruppo di lungimiranti artigiani il Consorzio dei produttori della pietra piasentina con sede a Torreano (Udine) festeggia i suoi “primi” 50 anni. La realtà opera per la tutela e lo sviluppo di questo prodotto e per dare servizi alle aziende e ai progettisti.

Una scelta vincente, che ha fatto conoscere il prodotto nel mondo intero e a riuscire ad ottenere, nel 2001, il “Marchio Collettivo” europeo che ne certifica autenticità, provenienza, caratterizzazione geologica, costituzione petrografia e caratteristiche fisiche meccaniche. Nel 2004 ha ottenuto poi il riconoscimento da parte della regione Friuli Venezia Giulia del “Distretto artigianale della Pietra Piasentina”.

Ma che pietra è?
La Pietra Piasentina è la pietra da costruzione e da rivestimento per eccellenza dell’architettura friulana. Testimonianze sull’uso di questa pietra sono attestare già in epoca romana; è stata adoperata poi per opere monumentali nel Cinquecento anche dal Palladio. Oggi è un prodotto lapideo diffusamente apprezzato per le sue cromaticità e straordinarie proprietà fisico-meccaniche.

La pietra che “piase”
Secondo una simpatica credenza la Pietra Piasentina trae la sua denominazione dal gradimento goduto presso gli abitanti e i committenti di Udine, i quali, alcuni secoli fa, rivolgendosi agli incaricati del trasporto fino in città, di essa dicevano, in dialetto udinese, che era una pietra che “la piase”, cioè una pietra che “piace”.

Una pietra unica
Questa brecciola eocenica dalle eccezionali caratteristiche di pietra compatta, basso coefficiente di imbibizione all’acqua, carichi di rottura molto elevati anche dopo cicli di gelività, buona resistenza a flessione e usura e, soprattutto, inalterabilità cromatica in presenza di agenti atmosferici, consente di essere utilizzata sia all’esterno che all’interno. Ha un colore di fondo grigio, vene bianche e zone con tonalità tendenti al bruno. Al variare delle lavorazioni superficiali risponde con risultati cromatici che, partendo dal grigio chiaro della lavorazione a piano sega arrivano al grigio scuro della lucidatura, consentendo così numerosi accostamenti utilizzando lo stesso materiale. In Italia non vi sono altri tipi di pietra che possano essere considerati veramente simili ad essa, lavorabile sia in spessori sottili che grossi; è versatile per ogni genere di impiego dal campo edile, all’oggettistica di design, alle opere d’arte.

La festa di Santa Lucia, patrona degli scalpellini
Domani, domenica 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, alle 11 si terrà la messa di ringraziamento; alle ore 12.15 il saluto delle autorità in Municipio e a seguire il pranzo di tutti gli operatori del settore nella sala polifunzionale. Per ricordare i 50 anni verranno quest’anno premiati cinque significativi progetti internazionali e nazionali, scelti tra i tantissimi possibili, in cui la Pietra Piasentina è stata utilizzata in maniera importante e peculiare, uno per ogni decennio.

Estrazione e lavorazione: le cave
La Pietra Piasentina viene lavorata in zona dalle aziende stesse che ne curano l’estrazione. Lucidata o semilucidata, fiammata e o spazzolata, è impiegata generalmente per interni. Fiammatura, bocciardatura, levigatura a flex o semplicemente a piano sega, invece sono le finiture privilegiate per l’esterno. Alle citate finiture, si aggiungono anche le lavorazioni tipiche della tradizione scalpellina, quali la martellinatura, la broccatura, la rigatura, la spuntatura, le decorazioni a bassorilievo, la corniciatura, il bugnato; tecniche eseguite grazie alla manodopera specializzata che tramanda il mestiere da generazioni e che oggi si forma presso un ottimo corso del Centro di formazione professionale di Cividale del Friuli.

Ultimo aggiornamento: 15:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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