Un profugo gigante galleggia
a San Marco per scuotere gli animi

Sabato 21 Novembre 2015 di Vettor Maria Corsetti
Il profugo extralarge gonfiabile in navigazione in bacino di San Marco
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VENEZIA - Non è certo passato inosservato, in bacino di San Marco, il «Profugo gonfiabile» alto 6 metri che l’altroieri Dirk Schellekens e Bart Peleman hanno portato in giro per la laguna seduto su un mototopo. Un modo alquanto originale per invitare tutti a riflettere su temi come gli sviluppi geopolitici, l’identità e i flussi migratori.

E con il quale i due artisti belgi hanno voluto richiamare l’attenzione sulla «disumanizzazione del profugo», da loro ingigantito sia per marcare le attuali dimensioni del fenomeno, sia per consentire allo stesso «di guardare oltre l’orizzonte, in quanto problema e al tempo stesso opportunità per l’Occidente che lo respinge o lo accoglie».

Per la realizzazione di questa figura simbolica, Schellekens e Peleman hanno scelto di adoperare lo stesso materiale delle barche usate in certi casi dai «passatori» per le traversate. E dettaglio altrettanto significativo, il fatto che con «Inflatable Refugee» si indicano anche le strutture gonfiabili per la primissima accoglienza e l’assistenza sanitaria a terra di profughi e migranti. Dopo la prémiere in laguna, la replica della performance è prevista in più città europee ed extraeuropee.

Ma la fantasia degli artisti belgi non si è fermata qui, perché ieri hanno proposto in più rii cittadini «Drowning Wo/Man», rappresentazione iperrealistica di Schellekens versione naufrago. In questo caso, a ispirarli è stata la foto apparsa l'estate scorsa di una donna aggrappata a un salvagente tra le acque del Mediterraneo.

Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 09:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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