Papà orco filma la figlia nuda
per entrare nella chat pedofila

Martedì 12 Maggio 2015 di Lorenzo Zoli
Papà orco filma la figlia nuda per entrare nella chat pedofila
29
ROVIGO - Un incidente probatorio delicatissimo, con una bambina di meno di 10 anni ascoltata ieri a Venezia, nell'ambito dell'inchiesta affidata al pubblico ministero Lucia D'Alessandro.

È stata proprio lei a chiedere e ottenere dal giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza un incidente probatorio. Ossia un atto di indagine - in questo caso ascoltare il racconto dalla piccola - in forma garantita e al quale hanno potuto presenziare le parti coinvolte: indagato e parte offesa. Il primo è un polesano di 38 anni, la seconda la bambina, legalmente rappresentata dalla madre. I fatti si sarebbero svolti a febbraio scorso in un paese non troppo distante da Rovigo.

Tre le ipotesi di reato al momento formulate a capo dell'uomo. Ipotesi che, se confermate, descriverebbero una realtà raccapricciante.

La prima contestazione è detenzione di materiale pedopornografico. Nella memoria del cellulare e nel computer dell'uomo sarebbero stati trovati dalla polizia postale 175 file, tra video e immagini, a carattere pedopornografico. Materiale proveniente da adescamento di minori sui social network e da scambio con altri navigatori pervertiti. C'è poi la produzione e divulgazione di materiale pedopornografico. L'uomo avrebbe indotto la figlia a masturbarsi di fronte all'obiettivo, per poi scambiare questo materiale su chat di questo circuito malato. Infine, vengono contestati gli atti sessuali con minore, per avere - chiaramente secondo quelle che allo stato sono da ritenersi ipotesi - indotto la figlia a toccarlo e a masturbarsi.

Il 38enne è difeso dall'avvocato Claudio Castegnaro di Vicenza, mentre la madre della piccola, costituita parte offesa nella vicenda, è seguita dall'avvocato Anna Osti di Rovigo. La bambina era già stata ascoltata al Centro diagnostico per il bambino maltrattato di Padova. La Procura di Venezia (competente per reati di pedopornografia) ha però ravvisato la necessità di mettere un punto fermo nella vicenda, raccogliendo in forma garantita, come previsto dal Codice di procedura il racconto della bambina. Gli atti torneranno poi alla Procura che deciderà i prossimi passi dell'inchiesta.
Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 07:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA