Flop referendum, Maniero (M5s): «Deluso, ma la difesa di Venezia continua»

Lunedì 2 Dicembre 2019
Flop referendum, Maniero (M5s): «Deluso, ma la difesa di Venezia continua»
24

Ha vinto l'astensione al referendum per la separazione di Mestre da Venezia. Sono andati alle urne infatti solo 44.887 votanti su 206.553 aventi diritto, un misero 21,73%, come del resto era avvenuto già nel 2014, l'ultima volta che si era votato. Con la chiusura dei seggi ieri sera alle 23, il Servizio elettorale del Comune di Venezia ha reso noti i dati dello scrutinio del Referendum regionale consultivo sul progetto di legge di iniziativa popolare  «suddivisione del Comune di Venezia, nei due Comuni autonomi di Venezia e Mestre».

Hanno votato sì 29.477 maggiorenni, il 66,11%; hanno votato no 15.109 pari al 33,89%; schede bianche 135, schede nulle 166; schede contestate 1.

Le reazioni
 «Sono dispiaciuto che il referendum non abbia raggiunto il quorum, una decisione presa dall'astensionismo non è mai una bella decisione».  ha detto il deputato M5S Alvise Maniero, commentando il risultato del referendum sulla separazione di Venezia e Mestre. «Ero favorevole alla separazione, ma soprattutto speravo in un risultato superiore in termini di affluenza, fosse anche stato per il 'no'-. Quando abbiamo la possibilità di farlo, noi cittadini dobbiamo sempre esprimerci e difendere le nostre idee con passione: la nostra voce è una forza per tutti, il nostro silenzio è indice di debolezza e deve sollevare una riflessione. Ad ogni modo questo risultato non ferma il nostro dovere, che resta quello di difendere Venezia, la sua unicità, e darle più tutela e più rappresentanza anche per le fragilità che, tristemente, abbiamo dovuto ricordare in questi giorni».

«I risultati del referendum sulla separazione del Comune di Venezia hanno confermato come la divisione non sia sentita come la soluzione ai problemi della città» afferma il Pd lagunare.  Allo stesso tempo «si deve tenere conto dei 30.000 cittadini che si sono espressi a favore. L'analisi dei sostenitori del Sì ha individuato una serie di problemi reali ai quali vanno date risposte immediate: lo spopolamento della città storica - elencano i Democratici -, la necessità di governare un turismo che sta mettendo in ginocchio le capacità della città d'acqua di mantenere il suo tessuto sociale, economico e culturale e in terraferma sta facendo sentire i suoi effetti imponendo grandi trasformazioni urbane, purtroppo non governate, e uno strisciante spostamento dalla cultura del lavoro alla cultura della rendita, lo scadimento della qualità della vita, la mancanza di investimenti in residenzialità e welfare, la crisi di un commercio rivolto ai bisogni dei cittadini». «Oggi non è un punto di arrivo, ma di ripartenza: è il momento di dare risposte - conclude il documento - a livello governativo come a livello comunale, alle istanze che sono emerse». 

Ultimo aggiornamento: 14:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci