«Duecento detenuti per mafia ​dirottati in Veneto», è allarme

Martedì 26 Novembre 2019 di Raffaella Ianuale
«Duecento detenuti per mafia dirottati in Veneto», è allarme
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I primi sessanta si sono già insediati, ma entro fine mese ne arriveranno altri quaranta. Cento condannati per mafia che sconteranno la loro pena nella casa circondariale Filippo del Papa di Vicenza. Considerato che il padiglione di massima sicurezza, inaugurato quattro anni fa, ha una capienza di duecento posti per il sindacato di polizia penitenziaria Uspp qui si verranno a breve a concentrare duecento condannati per 416 bis, accusati cioè di associazione a delinquere di stampo mafioso. «Tutti affiliati a mafia, ndrangheta, sacra corona unita e camorra» dice Leonardo Angiulli segretario per il Triveneto dell'Uspp. In una regione che, come dimostrano le ultime inchieste, è stata colonizzata in alcune sue aree strategiche proprio dalla criminalità organizzata di stampo  mafioso. Il caso è già finito sul tavolo del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico e «come sindacati di categoria abbiamo incontrato il prefetto di Vicenza». Oltre a questo c'è un'interrogazione dell'onorevole vicentina Maria Cristina Caretta che proprio ieri ha incontrato gli agenti di polizia penitenziaria. «Ho presentato un'interrogazione al ministro della giustizia per informarlo delle condizioni in cui versa il carcere e per sapere come intenda intervenire» dice la deputata di Fratelli d'Italia che aveva già incontrato le principali sigle della polizia penitenziaria Sappe, Cnpp e Cgil. Tra le emergenze sovraffollamento, personale insufficiente, pochi blindati e mancanza di un direttore reggente. Fabrizio Cacciabue, attuale responsabile, è infatti a scavalco tra il carcere Due Palazzi di Padova e quello di Vicenza dove riesce a garantire la sua presenza per due giorni alla settimana.
EMERGENZE E INSICUREZZA«Alcune sezioni del carcere restano inabitate a causa della carenza di personale, questo elemento sommato all'affollamento contribuisce a rendere le condizioni di lavoro problematiche e ad alto rischio» spiega la parlamentare. Sono 331 i detenuti attualmente accolti a cui si sommano i cento ad alta sicurezza già assegnati. Gli agenti di polizia penitenziaria in servizio sono 190 «la carenza di personale è stimata di circa sessanta unità a dimostrarlo il fatto che in un anno hanno accumulato circa 50mila ore di lavoro straordinario, oltre a questo - prosegue Caretta - dispongono di soli due blindati vecchi e spesso in riparazione e anche il sistema di sorveglianza è insufficiente». Una situazione che rischia di degenerare con l'arrivo dei detenuti di alta sicurezza per i quali parla di «turismo penitenziario» il sindacalista Angiulli. «Servono uomini e mezzi per garantire gli spostamenti di questi detenuti che per il 95% provengono dal Sud e sempre al Sud hanno commesso i loro reati - spiega - quindi devono attraversare l'Italia anche solo per le udienze dei processi. Non stiamo parlando di autori di piccoli reati, ma di 416 bis che hanno bisogno di personale e mezzi ad ogni spostamento quando aumenta il rischio di fughe ed evasioni». Parlando di stime al rialzo il carcere di Vicenza potrebbe accogliere fino a 470 detenuti. «Impensabile - per l'Uspp - già ora abbiamo avuto da inizio anno ad ora 687 eventi critici, che coinvolgono aggressioni tra detenuti, al personale e danneggiamento alle strutture e cinque nostri agenti sono finiti al pronto soccorso con prognosi talvolta serie».
NEL RESTO DEL VENETOUn affollamento delle carceri che non riguarda solamente la casa circondariale di Vicenza, ma che attanaglia tutte e nove le strutture detentive venete che complessivamente accolgono 2.525 detenuti, dei quali 1.407 stranieri. I sindacati di categoria hanno stimato che a Padova ci sia un sovraffollamento del 60%, nel carcere di Santa Maria Maggiore a Venezia del 45%, al Santa Bona di Treviso del 35%, mentre a Verona il Montorio è addirittura al 66%. Anche quest'ultimo è infatti oggetto di un'interrogazione al ministro della giustizia dell'onorevole leghista Paolo Tosato. Per il carcere di Vicenza i rappresentanti di categoria, anche per far fronte ai nuovi arrivi, chiedono quindi potenziamento del personale, un maggior contingente che non coinvolge solo gli agenti, ma anche gli ispettori e i sovrintendenti, e un direttore fisso in pianta organico. «Queste problematiche devono trovare una soluzione nel più breve tempo possibile - conclude Caretta - per evitare che la situazione degeneri e porti a complicazioni e situazioni gravissime».
Raffaella Ianuale
Ultimo aggiornamento: 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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