TRIESTE - Non era stato sufficiente il decreto con cui il Tribunale dei Minori due anni fa aveva imposto ad S.A.
Infatti, l’uomo non solo aveva continuato a tenere dei comportamenti persecutori nei confronti della ex moglie, ma aveva iniziato anche a minacciarla di morte, a dirle che se anche fosse andato in carcere, prima o poi si sarebbe vendicato. E che l'avrebbe passata liscia perchè aveva documenti che avrebbero attestato la sua pazzia. La donna che viveva in un continuo stato d'ansia, temendo per sè e i figli, è stata costretta a cambiare abitudini di vita, numero di telefono e frequentazioni. Non è bastato: l’uomo ha continuato a cercarla e a chiedere presso familiari e conoscenti informazioni su di lei.
La ferma volontà di vendetta lo ha addirittura portato a chiederle, tramite una conoscente, un incontro davanti la chiesa Serbo ortodossa di Piazza San Antonio a Trieste, presso la quale, per come aveva giurato, prima o poi l’avrebbe uccisa. Per i gravi elementi emersi nel corso dell’attività investigativa, su richiesta del P.M. titolare del fascicolo, il G.I.P. di Trieste ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile appena giunto a Trieste e da ieri "ospite" della casa circondariale.
Ultimo aggiornamento: 17:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA serbo del 1974, l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di contattare la ex moglie ei i figli; e nemmeno la sentenza di condanna a 2 anni e otto mesi di reclusione emessa dal G.U.P. di Trieste per i reati di maltrattamenti in famiglia e violenza nei confronti della donna.
Infatti, l’uomo non solo aveva continuato a tenere dei comportamenti persecutori nei confronti della ex moglie, ma aveva iniziato anche a minacciarla di morte, a dirle che se anche fosse andato in carcere, prima o poi si sarebbe vendicato. E che l'avrebbe passata liscia perchè aveva documenti che avrebbero attestato la sua pazzia. La donna che viveva in un continuo stato d'ansia, temendo per sè e i figli, è stata costretta a cambiare abitudini di vita, numero di telefono e frequentazioni. Non è bastato: l’uomo ha continuato a cercarla e a chiedere presso familiari e conoscenti informazioni su di lei.
La ferma volontà di vendetta lo ha addirittura portato a chiederle, tramite una conoscente, un incontro davanti la chiesa Serbo ortodossa di Piazza San Antonio a Trieste, presso la quale, per come aveva giurato, prima o poi l’avrebbe uccisa. Per i gravi elementi emersi nel corso dell’attività investigativa, su richiesta del P.M. titolare del fascicolo, il G.I.P. di Trieste ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’indagato, rintracciato dagli investigatori della Squadra Mobile appena giunto a Trieste e da ieri "ospite" della casa circondariale.