ArcelorMittal, doppio blitz della Finanza. Indagini su crisi «pilotata». Mattarella: serve soluzione

Martedì 19 Novembre 2019
ArcelorMittal, perquisizioni e sequestri nella sede di Taranto
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Doppio blitz della Guardia di Finanza a Milano e a Taranto negli uffici di ArcelorMittal e dello stabilimento siderurgico pugliese per sequestrare e acquisire carte, supporti informatici e cellulari nelle indagini aperte quasi in contemporanea dalle due procure.

Indagini ancora a carico di ignoti che, tra i punti nodali, intendono far luce sul presunto «depauperamento» dell'azienda e appurare se la crisi, che ha portato il gruppo franco indiano a dare l'addio all'ex Ilva, sia stata o meno 'pilotatà dalla stessa multinazionale. 

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Mentre il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha espresso «solidarietà e vicinanza a Taranto», auspicando una soluzione «che è di primaria importanza per l'economia e il lavoro italiani», stamani le Fiamme Gialle si sono recate nella sede del polo siderurgico, su delega del Procuratore Carlo Maria Capristo, dell'aggiunto Maurizio Carbone e del pm Mariano Buccoliero, titolari dell'inchiesta aperta dopo l'esposto presentato dai commissari straordinari dell'ex Ilva. Le accuse sono distruzione di mezzi di produzione e appropriazione indebita anche per via del magazzino il cui valore si è notevolmente assottigliato.

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Tra le molte carte raccolte, ci sono quelle che riguardano l'acquisto di materie prime e la vendita dei prodotti finiti da cui potrebbero arrivare le prime indicazioni sulle ingenti perdite segnalate dalla multinazionale rispetto alla gestione commissariale. Uno degli elementi, questo, che si intreccia senza sovrapporsi nei due procedimenti avviati. Indagini che puntano a chiarire come mai nel giro di un anno il buco nei conti di ArcelorMittal sia più che raddoppiato rispetto a quello dell'ex Ilva. Inoltre, i pm di Taranto domani daranno un nuovo incarico ai carabinieri del Noe di Roma per compiere nuove indagini sulle operazioni di bonifica, sulla situazione dello stabilimento, sulle attività di manutenzione finora eseguite e sulla sicurezza sul lavoro.

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Sul fronte milanese i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf si sono presentati negli uffici di ArcelorMittal in viale Brenta con un ordine di esibizione e uno di perquisizione: al setaccio gli uffici amministrativi di alcuni dirigenti, forse gli stessi che tra la mattina e il pomeriggio sono stati sentiti dal pm Stefano Civardi che con il collega Mauro Clerici e l'aggiunto Maurizio Romanelli coordinano l'indagine, per approfondire il capitolo magazzino, consegnato dai commissari con 500 milioni di euro di materie prime ma che nel tempo sarebbe stato progressivamente svuotato. L'inchiesta della Procura guidata da Francesco Greco da ieri è stata sdoppiata, con tanto di titoli di reato. In un filone si ipotizzano distrazioni di beni dal fallimento, ovvero dalla procedura dell'amministrazione straordinaria arrivata dopo il crac del Gruppo Riva.

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Nell'altro, manipolazione del mercato attraverso false comunicazioni che prima avrebbero rassicurato gli investitori, salvo poi annunciare a sorpresa l'addio con il recesso dal contratto di affitto e l'azzeramento della successiva acquisizione del polo siderurgico. In questo capitolo rientrano gli accertamenti per capire se la diminuzione degli ordini sia dovuta a un calo della richiesta o a un loro dirottamento su altre consociate della multinazionale. E poi anche se i prezzi per l'approvvigionamento di materie 'intercompany' sono stati quelli di mercato o più alti. L'altro fascicolo del filone milanese riguarda una società di trading lussemburghese che ha svolto attività commerciale in Italia senza saldare i conti con il Fisco.

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Il reato è omessa dichiarazione dei redditi a partire dal 2015 e andando, per ora, a ritroso. Mentre è attesa la costituzione nella causa civile dei pm milanesi, del Comune di Taranto e del Governatore della Puglia Michele Emiliano, i commissari dell'ex Ilva hanno scritto una lettera ad Arcelor Mittal per ribadire ancora una volta il rispetto del contratto, ritenendola responsabile dei lavoratori e della loro situazione. In serata, infine, i sindacati hanno annunciato che l'azienda, col quartier generale in Lussemburgo, ha cominciato a pagare i fornitori. Restano tesi infine i rapporti tra la multinazionale e i sindacati. Alla convocazione di questi ultimi da parte dell'azienda per venerdì prossimo le sigle hanno risposto di ritenere superfluo l'incontro in quanto chiedono il ritiro della procedura di recesso prima di sedersi al tavolo.

Ultimo aggiornamento: 20 Novembre, 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA