Dopo una notte di stallo, la polizia ha fatto irruzione nel Polytechnic University di Kowloon a Hong Kong dove sono asserragliati circa 200 manifestanti pro-democrazia.
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Ultimatum della polizia. La polizia di Hong Kong ha lanciato l'appello alla resa agli studenti arroccati nel campus della PolyU, invitati a deporre le armi e a uscire in modo ordinato. Tutti, ha assicurato un portavoce in una conferenza stampa in streaming, saranno arrestati perché «sospettati di rivolta» in vista degli accertamenti del caso. Dall'inizio delle proteste di giugno, la polizia ha arrestato 4.401 persone, di cui 3.395 uomini e 1.096 donne, in età compresa tra gli 11 e gli 83 anni.
154 persone arrestate. La polizia di Hong Kong ha reso noto di aver arrestato da venerdì a domenica un totale di 154 persone, di cui 51 solo domenica qualificatesi come personale medico, paramedico e giornalisti. Nella conferenza stampa quotidiana trasmessa in streaming, un portavoce ha assicurato che gli agenti sono determinati a permettere alle ambulanze di entrare nel PolyU al fine di trasportare i feriti in ospedale per le cure necessarie, prima dell'avvio di ulteriori indagini a loro carico.
📹 | Demonstrators set fires on the entrance of the Polytechnic University in #HongKong to prevent police forces from entering the buildingpic.twitter.com/yC0Q5UE5nI
— EHA News (@eha_news) November 17, 2019
Trentotto i feriti. Sono 38 le persone rimaste ferite nei violentissimi scontri tra la polizia ed i manifestanti ad Hong Kong nelle ultime 36 ore. Lo hanno reso noto fonti ospedaliere, specificando che cinque, tre uomini e due donne, sono in condizioni gravi. Non è chiaro se tutti siano rimasti feriti nell'assedio del Politecnico o quanti dei feriti siano dimostranti e quanti poliziotti. Ma quando è scaduto l'ultimatum la polizia ha circondato il Politecnico impedendo ai manifestanti di trovare una via di fuga dall'irruzione, attualmente in corso.
Hong Kong protesters shot bows and arrows and hurled petrol bombs from a barricaded university campus on Sunday, as police charged and charged again. More here: https://t.co/RsEwWZ0Bru https://t.co/MtCUl8Ztcy
— Reuters (@Reuters) November 17, 2019
Gli studenti usano le molotov. Ma mentre la polizia è stata in grado di arrestare alcuni manifestanti ai bordi esterni delle barricate che proteggono l'università - come ha spiegato il New York Times - gli agenti si sono presto ritirati dopo che altri studenti hanno dato fuoco alle barricate e lanciato decine di molotov contro. La polizia aveva circondato il Politecnico di Hong Kong minacciando di usare «forza letale» per arrestare coloro che non si erano arresi. Il tentativo di raid è stato l'intervento più diretto delle forze di polizia su uno dei campus universitari della città, che fino a poco tempo fa erano spazi sicuri per i giovani manifestanti.
L'assalto della polizia è iniziato verso le 5:30 del mattino a Hong Kong e alle 6:15 il fuoco sulla barricata era ancora visibile a distanza. I manifestanti ai margini del campus, invece, hanno continuato il blocco di un tunnel vicino al porto e hanno intensificato le loro tattiche dando fuoco a due ponti e un veicolo della polizia corazzato.
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Alta Corte: incostituzionale bando maschere. Il divieto di indossare maschere durante le manifestazioni di protesta è incostituzionale. A decretarlo è stata l'Alta Corte di Hong Kong, citata dai media locali. La Corte ha stabilito che il divieto adottato nel quadro delle leggi di emergenza è «incompatibile con la Legge fondamentale», riferiscono il South China Morning Post e l'emittente pubblica Radio Television Hong Kong. Il divieto era stato introdotto ad ottobre dal capo dell'esecutivo Carrie Lam. «Una rara vittoria legale per i manifestanti di Hong Kong», ha twittato l'attivista pro-democrazia Joshua Wong.
Riot police charge into Nathan Road from the south and make several arrests of those counter-surrounding the siege of PolyU.
Video: HKFP. #hongkong pic.twitter.com/wg5YMM2t2G— Hong Kong Free Press (@HongKongFP) 18 novembre 2019
Polizia a studenti: arrendetevi. La polizia di Hong Kong ha lanciato l'appello alla resa agli studenti arroccati nel campus della PolyU, invitati a deporre le armi e a uscire in modo ordinato. Tutti, ha assicurato un portavoce in una conferenza stampa in streaming, saranno arrestati perché «sospettati di rivolta» in vista degli accertamenti del caso. Dall'inizio delle proteste di giugno, la polizia ha arrestato 4.401 persone, di cui 3.395 uomini e 1.096 donne, in età compresa tra gli 11 e gli 83 anni.
Portavoce ministero degli Esteri: difendere la sovranità. Nessuno dovrebbe «sottovalutare la determinazione della Cina nella difesa della sua sovranità e della stabilità di Hong Kong»: così il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, in merito agli ultimi sviluppi della crisi dell'ex colonia britannica. La Cina riconferma il suo sostegno agli sforzi della polizia di Hong Kong per proteggere la vita quotidiana e la sicurezza dei cittadini dopo un weekend di aspri scontri, ha aggiunto Geng. A distanza di quasi sei mesi dal loro inizio, ha osservato il portavoce, «non c'è una singola manifestazione pacifica. È solo una manciata di criminali impegnati in violenze contro i civili normali. Sono loro che hanno colpito l'ordine sociale».
Watch Live: Liu Xiaoming, Chinese Ambassador to the UK, speaks about Hong Kong situation https://t.co/jgxpwlcsRZ
— Liu Xiaoming (@AmbLiuXiaoMing) November 18, 2019
Ambasciatore: Cina non resterà a guardare. La protesta a Hong Kong non ha ormai «nulla a che fare con la cosiddetta democrazia, ma mira a minare il modello 'un Paese, due sistemì». Lo afferma l'ambasciatore della ex colonia britannica a Londra, Liu Xiaoming, ammonendo che Pechino «non resterà con le mani in mano se lo scenario diverrà incontrollabile». «Abbiamo sufficiente determinazione e potere per mettere fine ai disordini», rincara Liu, tornando a denunciare «i commenti irresponsabili» del governo britannico, sollecitato a «non interferire negli affari interni» della Cina.