Fuga di monossido al bar: in sette finiscono in ospedale

Domenica 17 Novembre 2019 di Valeria Lipparini
Fuga di monossido al bar: in sette finiscono in ospedale
VAZZOLA (TREVISO) - Intossicazione da monossido di carbonio per alcuni clienti e per la banconiera e il titolare del bar con cucina a Visnà di Vazzola. Il fatto è successo venerdì mattina, poco dopo le 7,30. A salvare probabilmente la vita dei due, che sono stati inizialmente giudicati più gravi, è stato un avventore che è entrato al bar Sophì, come fa ogni mattina, per consumare il solito caffè. Ha visto che M.P.M.V., 33enne, che stava servendo caffè e cappuccini da dietro il bancone non stava bene. Stava perdendo i sensi e rischiava di cadere a terra. Anche il 59enne B.M. accusava sintomi simili. Mentre alcuni clienti parlavano di mal di testa e senso di svenimento.
 
I SOCCORSIL'avventore che era appena entrato al bar ha immediatamente avvertito l'ospedale. Sul posto, oltre al personale medico e infermieristico del Suem 118, sono intervenuti anche i carabinieri e i Vigili del fuoco. La presenza del gas è stata rilevata da uno speciale strumento in dotazione al personale infermieristico del Suem, che ha suonato in modalità allarme. Le persone interessate, invece, non si erano accorte di nulla se non per il malessere accusato.
Capito, quindi, l'origine del malessere che ha colpito sette persone in tutto, non è stato perso nemmeno un minuto.
I due - dipendente e titolare del bar da Sophì - sono stati immediatamente trasferiti all'ospedale di Mestre dove sono stati sottoposti a terapia di riossigenazione all'interno della camera iperbarica. Sono entrati in ospedale con un codice di media gravità, ma la situazione è andata velocemente migliorando e sono stati dichiarati fuori pericolo dopo poche ore.
I cinque avventori sono stati tutti accompagnati all'ospedale di Treviso per accertamenti. Soltanto uno di loro è stato sottoposto a ossigenoterapia e dimesso nel corso della giornata. Gli altri quattro, dopo gli accertamenti di rito, sono stati dimessi e sono tornati alle loro case senza alcuna terapia da seguire. La loro condizione di salute era, infatti, buona.
LE INDAGINISul posto anche i carabinieri. Pare che il gas, dopo i primi rilievi effettuati nel bar, si sia sprigionato da una stufa a fungo solitamente posizionata all'esterno per fare calore. Il fungo era stato portato all'interno del locale per evitare atti di vandalismo nella notte ed è probabile che non avesse finito la combustione sprigionando, così, monossido di carbonio.
Il sindaco Giovanni Zanon ieri mattina si è recato al bar, appena informato della notizia. «Mi hanno detto che stanno tutti bene. Ed era quello che volevo sentire. Anche perché il monossido è un gas terribile proprio perché inodore e quindi, alle volte, si capisce tardi cosa sta succedendo. Non è questo il caso. Fortunatamente l'intervento tempestivo dei sanitari del Suem ha evitato il peggio».
Valeria Lipparini
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