Wanbao Acc, l'azienda torna in vendita: garante Maurizio Castro

Domenica 17 Novembre 2019
Wanbao Acc, l'azienda torna in vendita: garante Maurizio Castro
BORGO VALBELLUNA - Affidare a Maurizio Castro la partita, anzi la dipartita, di Wanbao Acc per trovare un possibile acquirente del sito produttivo di Mel, unico in Italia a produrre compressori per la refrigerazione domestica, è l'ultima speranza dei 290 lavoratori, sfiniti dall'ennesima crisi. Sanno quanto Castro conosca l'azienda e le dinamiche del mercato internazionale del settore del freddo.
Una posizione condivisa anche da Confindustria Belluno-Dolomiti, che resta però in attesa di una decisione del Governo. Non sarà un nuovo commissariamento, come avvenuto per la Acc, ma un affiancamento alla società Pvc, incaricata giusto in queste ore dalla Wanbao di trovare nuovi possibili acquirenti. Insomma, sarà un garante a tutela degli interessi dei lavoratori e più ampiamente dell'economia di una provincia e di una strategia industriale nazionale.
TEMPI IMPOSSIBILI
«Siamo drammaticamente in ritardo - afferma Michele Ferraro, segretario provinciale Uilm -, perché l'incarico alla Pvc è stato dato solo venerdì, e la società per poter analizzare e capire la situazione ha bisogno di almeno tre mesi, ovvero potrebbe cominciare a muoversi quando lo stabilimento di Mel sarà già chiuso. L'amministratore unico di Wanbao, Wu Benming, ha affermato che hanno a disposizione ancora 5 milioni di euro dopodiché ogni risorsa per tenere in piedi Mel sarà finita. Il che significa arrivare fino a febbraio visto che la perdita mensile si aggira sul milione. Troppo tardi. La verità è che i cinesi ci hanno preso in giro, facendoci perdere tempo prezioso già al primo incontro di ottobre al Ministero dello sviluppo economico. In quella sede il ministro Federico D'Incà aveva chiesto 18 mesi di tempo. La previsione più realistica era che, alla fine, ne avremmo avuti almeno 12, invece siamo scesi a meno della metà. A questo punto, come sindacati, crediamo che un ruolo importante lo possa giocare Maurizio Castro».
VERTICE AL MISE
Altro ruolo chiave, quanto meno nel facilitare i contatti a livello governativo, è quello del ministro bellunese D'Incà.
«Lo abbiamo contato subito - prosegue Ferraro - chiedendo di anticipare l'incontro al Mise in programma per la prima decade di dicembre. Domani, intanto, si svolgeranno le assemblee di fabbrica e martedì ci sarà la riunione del tavolo socio-istituzionale in municipio a Mel, alle 10.30».
Al tavolo dovrebbero sedere anche il gruppo cinese, ma sindacati e istituzioni hanno ormai chiaramente bollato il gruppo di Guangzhou come «inaffidabile e ingombrante».
La Regione Veneto, attraverso l'assessore al lavoro Elena Donazzan, ha già annunciato che i rapporti con la Municipalità cinese (che controlla anche Wanbao), interessata ad investire sull'interporto di Padova, saranno rivisti. Non solo, anche alcuni enti pubblici italiani, non meglio precisati, starebbero trattando per investire a Guangzhou. Il caso Mel potrebbe quindi rivedere più pedine sulla scacchiera degli scambi.
DOSSIER UNICO CON ILVA
Chiudere l'unico stabilimento di compressori per la refrigerazione domestica presente in Italia, secondo i ragionamenti portati avanti a livello istituzionale sul caso Mel, significherebbe regalare alla Cina e al Giappone l'esclusivo controllo della tecnologia cardine del frigorifero, indebolendo in modo irreversibile il settore europeo dell'elettrodomestico. Non si tratta solo 285 lavoratori della Valbelluna, ma di una strategia aggressiva delle multinazionali che stanno mettendo in ginocchio l'assetto industriale del Paese. Il dossier Mel si colloca nello stesso metaforico cassetto dell'Ilva di Taranto nel quale il Governo cerca una disperata soluzione giocando la carta delle relazioni diplomatiche con la Cina.
CLIENTI IN TRATTATIVA
Al di là delle sensazioni e delle parole, da più parti si chiede un serio confronto al Mise sulla vera situazione industriale di Wanbao, perché in questi anni ci sono stati anche pesanti tagli a personale e costi, con tanto di eroica auto-riduzione degli stipendi. Un confronto ritenuto necessario per sgomberare il campo da sospetti speculativi innescati da una chiusura ritenuta «frettolosa» anche a fronte di nuovi clienti ritenuti prestigiosi che in questi giorni avrebbero trattato per allocare a Mel volumi importanti per il 2020. Infine, la tacita speranza di un intervento Electrolux, il cliente che assorbe il 70% dei volumi produttivi zumellesi.
Lauredana Marsiglia
Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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