Sindaci in prima linea contro i furti: «Qui da noi è necessario l’esercito»

Domenica 17 Novembre 2019 di Paolo Calia
Un pattugliamento dell'esercito a Treviso nel corso della recente operazione strade sicure
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TREVISO - «Sono favorevole a tutto ciò che possa essere utile a garantire la sicurezza. Quindi, se serve anche rafforzare la presenza dell’esercito e formare pattuglie miste con le altre forze dell’ordine, facciamolo. Sarà un tema che porterò al prossimo al prossimo tavolo sicurezza in Prefettura».

IL COLPO ANCHE A CASA DELL'EX SINDACO Ladri in casa Gobbo rubati soldi e armi: «Li ho trovati dentro»

Mario Conte
per contrastare l’ondata di furti che si sta abbattendo su Treviso e la Marca, va molto sul pragmatico. E vedrebbe bene una versione rafforzata dell’operazione “Strade Sicure” avviata già da qualche anno con un mezzo che gira tra Casier, Treviso e Oderzo. Più soldati di pattuglia, sia quando cala la sera che di notte, rappresenterebbero invece un’aliquota di divise in più che, nell’ottica del sindaco trevigiano, male non farebbero.   
La pensa allo stesso modo anche Marco Serena, sindaco di Villorba.

Con il collega di Treviso, in questi giorni, ha un punto in comune: il furto in casa di Gian Paolo Gobbo, ex sindaco di Treviso ma residente a Fontane di Villorba, praticamente lungo il confine tra i due comuni. «Se dovesse servire, perché dire di no ad avere più risorse dall’Esercito? - sottolinea Serena - soldati che vanno di pattuglia assieme a carabinieri, polizia e polizia municipale rappresenterebbero comunque una quota di uomini e mezzi in più per il controllo del territorio. Noi abbiamo potenziato la presenza della polizia locale, i contatti con i carabinieri e devo dire che anche il controllo di vicinato funziona. Insomma: tutto è utile in questi momenti. La cosa fondamentale però è che gli operatori siano in stretto contatto tra loro e intervengano con la massima velocità in caso di criticità». Serena, giovedì sera, è stato tra i primi a raggiungere Gobbo. L’ex sindaco trevigiano, dopo aver scoperto il furto, ha chiamato subito i carabinieri, poi ha avvisato un conoscente e Serena che, tra l’altro, è stato il primo ad arrivare pur partendo per ultimo. Il furto in casa dell’ex sindaco trevigiano ed ex capo della Liga Veneta, è diventato suo malgrado il simbolo di questo periodo dove nessuno può sentirsi veramente al sicuro. Ne è consapevole anche Conte, che comunque sulla sicurezza sta investendo molto: «Stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità e su questo abbiamo la coscienza a posto - ammette - abbiamo investito in mezzi per la polizia locale e uomini assumendo un nuovo comandante e presto faremo anche un concorso per nuovi vigili. Le stiamo provando tutte per far capire ai cittadini la nostra vicinanza». Ma l’ondata di furti preoccupa non tanto per la sua consistenza, quanto per i segni che sta lasciando a tutti i livelli: «La questione è sempre la stessa - ammette Conte - se confrontiamo la situazione di oggi con gli anni precedenti, si nota che la situazione è decisamente migliorata. Ma questo è un confronto che non mi piace: non mi piaceva farlo quando ero all’opposizione e non mi piace adesso. Anche un solo furto è, a mio parere, un furto di troppo. Le statistiche non vanno sottovalutate, ma restano sempre statistiche. Poi, alla fine, quello che conta è la percezione della gente». Treviso, quest’anno, si è attrezzata: «Per la prima volta abbiamo introdotto un servizio della polizia locale tarato proprio sui furti, con pattugliamenti specifici nei quartieri proprio nelle prime ore serali, quando avviene la maggior parte dei colpi. Abbiamo aumentato gli uomini a disposizione per questo servizio. E a Treviso si sono visti risultati importanti, ma se poi i furti capitano a Carbonera, Villorba o Silea a me non va bene lo stesso». E si torna quindi all’esercito: «Ben vengano i soldati, ci permetterebbero di aumentare le risorse a disposizione. Ne parleremo col prefetto».

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