Farmaci economici ostacolati, dirigenti Aifa indagati: danno al Ssn per 200 milioni

Giovedì 14 Novembre 2019
Farmaci economici ostacolati, dirigenti Aifa indagati: danno al Ssn per 200 milioni
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Alcuni dirigenti dell'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, sono stati indagati dalla Corte dei Conti del Lazio, insieme con i membri pro-tempore della Commissione consultiva tecnico scientifica della stessa Agenzia. Erano riusciti a limitare la prescrizione del farmaco più economico a favore di quello più costoso procurando un danno all'erario quantficato in 200 milioni di euro, pari ai maggiori costi sostenuti dal Sistema Sanitario Nazionale. Gli accertamenti svolti dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Roma, coordinati dal procuratore regionale della Corte dei Conti Andrea Lupi e dal viceprocuratore Massimo Perin, avrebbero consentito di accertare che i farmaci Avastin e Lucentis, entrambi usati per alcune malattie oculari, avevano la stessa equivalenza terapeutica, come dimostrato da una serie di studi comparativi.

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Ma nonostante questo, il primo non è stato inserito tra i prodotti rimborsabili dal Servizio sanitario nazionale fino al 2014 e sono state imposte una serie di «ingiustificate limitazioni» al suo utilizzo almeno fino al 2017, causando un aggravio di spesa per lo Stato. Alla somma di 200 milioni di è arrivati calcolando la differenza di prezzo tra i farmaci - tra i 600 e i 730 euro per singola dose - messi in relazione con il numero di trattamenti che sono stati effettuati con il Lucentis anziché con l'Avastin.

I dirigenti dell'Aifa e i componenti della Commissione tecnico scientifica dell'Agenzia hanno ora 60 giorni di tempo per fornire la loro versione alla Corte dei Conti. Sulla vendita dei due farmaci si è pronunciato nel 2014 anche il Garante per la concorrenza multando le due case farmaceutiche produttrici, Roche e Novartis, con una sanzione di oltre 180 milioni per aver creato una sorta di 'cartellò, decidendo una differenziazione dei prodotti che in realtà era artificiosa.
 
 

L'accusa. «I due gruppi - si legge nel documento dell'Authority - si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell'uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti». «Le condotte delle imprese - spiegava il Garante - trovano la loro spiegazione economica nei rapporti tra i gruppi Roche e Novartis: Roche, infatti, ha interesse ad aumentare le vendite di Lucentis perché attraverso la sua controllata Genentech - che ha sviluppato entrambi i medicinali - ottiene su di esse rilevanti royalties da Novartis. Quest'ultima, dal canto suo, oltre a guadagnare dall'incremento delle vendite di Lucentis, detiene una rilevante partecipazione in Roche, superiore al 30%». La sanzione dell'Antitrust è stata di recente confermata da una sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso delle due aziende farmaceutiche condannandole anche al pagamento delle spese.

Novartis, prezzo farmaco cotrattato secondo regole. «Il prezzo di Lucentis, peraltro analogo o inferiore a quello applicato negli altri Paesi europei, è stato determinato mediante negoziazione con l'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), in piena adesione ai criteri di legge e della delibera del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (Cipe) che disciplina la specifica materia». A precisarlo è l'azienda produttrice Novartis. Lucentis, invece, prosegue Novartis, sottolineando di non esser coinvolta nell'indagine, «a differenza del farmaco oncologico Avastin impiegato fuori indicazione e quindi privo di un prezzo negoziato per l'ambito oftalmico, è stato specificamente studiato e autorizzato per l'impiego contro la maculopatia nelle sue diverse forme». L'Azienda precisa, infine, che «la sentenza del consiglio di stato, citata nelle notizie di stampa, non è definitiva, ed è quindi tutt'ora sub judice, poiché oggetto di domanda di revoca nelle sedi competenti».










 

Ultimo aggiornamento: 20:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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