Venezia umiliata: 12 novembre, l'apocalisse della città sommersa

Giovedì 14 Novembre 2019 di Angela Pederiva
Venezia umiliata: 12 novembre, l'apocalisse della città sommersa
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VENEZIA - Come un cetaceo spiaggiato sul bagnasciuga, il vaporetto VE 9318 è arenato sulla Riva degli Schiavoni, in un indistinto tutt'uno fra marea e masegni. Pochi passi più in là, all'imbarcadero dell'Arsenale, VE 8766 è riverso su VE 9296, a sua volta adagiato sulla fondamenta. Invece a Sant'Elena non hanno più nomi, sommersi quali sono dalla laguna, due motoscafi colati a picco. Il giorno dopo la nuova Aqua Granda, la splendida e dolente Venezia si presenta così, agli occhi del mondo: colpita e affondata (FOTO)

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Ma più del Mose (LEGGI ANCHE - Mose, il silenzio (scandaloso) degli impotenti), beffardo convitato di pietra in questo tragico trionfo dell'acqua, ancora una volta è la resilienza a cercare di sollevare una città che si sente umiliata e tradita, schiacciata com'è sotto 187 centimetri di paura, disagi e polemiche. Si spala, si prega, si asciuga, si impreca. 

LA PIAZZA
Per l'ennesima volta San Marco, la piazza che è simbolo della bellezza e misura della fragilità di Venezia, è ridotta a grande lago artificiale. Un'attrazione per i turisti: i selfie con gli stivali, le bottiglie che galleggiano, un cane su un canotto. Ma una maledizione per gli esercenti: se i gradini delle Procuratie Nuove permettono al Florian di cavarsela con qualche colpo di ramazza, sul lato delle Vecchie l'inondazione ha invaso il Quadri, facendo fluttuare il ristorante firmato dall'archistar Philippe Starck su un metro e due centimetri di acqua. L'attore Stefano Accorsi, che in smoking notturno su un tavolino di questi plateatici mangiò la famigerata pizza da asporto e in questi giorni è nuovamente in città per un film, posta sui social video, foto e preoccupazione: «La violenza del vento, della pioggia e della corrente è stata brutale. È stato angosciante, sembrava non finire mai. Ci si rende conto che al di là delle immagini folcloristiche questa città è sottoposta ad una situazione davvero pesante quando ci sono questi fenomeni. E il giorno dopo i danni sono enormi». Deve arrendersi anche Flavio Bonora, avvocato dello Stato i cui uffici hanno sede qua sopra: «Siamo stati costretti a chiudere, eravamo senza corrente e senza telefono, impossibile lavorare da qui». Ma doveroso protestare, secondo gli attivisti locali del movimento per la salvaguardia del clima, che solcano la maxi-piscina srotolando lo striscione inneggiante al quarto sciopero globale del prossimo 29 novembre. «Tide is rising and so are we»: la marea si sta alzando e pure noi, promettono.

SAN MARCO
Intanto però la basilica di San Marco è chiusa, dopo che l'acqua ha superato il metro e 65, si è buttata sul pavimento, ha rotto le finestre e si è riversata nella cripta. «Siamo stati a un soffio dall'apocalisse, a un pelo dal disastro», sottolinea il procuratore Pierpaolo Campostrini, a un anno da Vaia che fra gli 8.500 metri quadri di mosaici seminò perdite per 3 milioni di euro. «Soldi che non abbiamo mai visto rimarca il primo procuratore Carlo Alberto Tesserin e a cui si aggiungono ora questi nuovi danni alle tombe dei patriarchi. Siamo tristi e arrabbiati: secoli fa la Serenissima ha compiuto imprese incredibili, mentre l'Italia da cinque anni non è in grado di dire se il Mose funziona, e quindi farlo partire, o se non funziona, e dunque trovare un'alternativa. Parlo per la nostra fabbriceria, ma penso anche a tutti i veneziani che negli anni hanno speso soldi ed energie per difendersi fino a un metro e 50, un metro e 60, un metro e 70. Adesso che abbiamo sfiorato uno e 90, chi glielo dice che non basta più niente?».

CHIC E POP
Ma questo l'hanno già capito i residenti e i commercianti della Venezia chic e pure di quella pop. Fra calle XXII Marzo e salita San Moisè si spazza fuori l'acqua da Saint Laurent e da Miu Miu, si accatastano le scarpe di René Caovilla, si abbassano le serrande di Dolce&Gabbana e Prada. Uno scalino in più fa la differenza: vetrine accese da Chanel e Louis Vuitton. Intanto a Castello giacciono ammassati i pezzi di parapetto, un portoncino di legno è sventrato, dalla parete del Danieli si staccano lastre di muro. Invece via Garibaldi non è più il pauroso fiume che scorreva nella notte: ora è un immenso cantiere, dove occorre dar di ramazza e di gomito, per cercare di spingere fuori la salsedine dalle botteghe e dalle osterie, quasi tutte irrimediabilmente interdette al pubblico.

I DISAGI
Fra i disagi del giorno dopo, a pesare su visitatori e lavoratori è proprio la grande serrata di negozi, bar e ristoranti, oltre che la disattivazione dei bancomat. «Non ho mangiato neanche un panino, è tutto chiuso», si lamenta un operaio con i colleghi, saltando la pausa pranzo per allestire una passerella in rio della Pietà. Gli addetti di Veritas ne avevano posizionate 1.100, più 2.500 cavalletti, ma il maltempo ne ha fatto sparire il 30%, per cui fino alla prossima fornitura non sarà possibile garantire i percorsi pedonali. La multiutility, oltre a rassicurare sulla potabilità dell'acqua, invita però la cittadinanza a non abbandonare la spazzatura in strada: «Appena le condizioni della marea lo permetteranno, il servizio di raccolta dei rifiuti riprenderà regolarmente». Ma nel frattempo è stata disposta la chiusura delle scuole anche per oggi, mentre ieri sono saltate alcune udienze alla sede del Tribunale a Rialto, l'acqua è entrata nell'archivio della Cittadella della Giustizia a piazzale Roma e gli ultimi arrestati sono stati dirottati su altre carceri del Veneto perché il penitenziario di Santa Maria Maggiore era irraggiungibile.

LA SOLIDARIETÀ
Tangibile è invece la solidarietà: i posti letto offerti dalla Caritas, l'apertura 24 ore su 24 alla mensa della Tana, l'ospitalità garantita dal centro Morosini. Sui social si moltiplicano gli annunci: servizio gratuito della cooperativa Taxi Boat Services, raccolta di donazioni per l'edicola di Walter Mutti divelta alle Zattere, appello alla buona volontà di frigoristi, elettricisti e impiantisti. «May you live in interesting times», augurano i totem della Biennale Arte, resistendo alla furia della pioggia e del vento. Venezia vive indubbiamente tempi interessanti. Che poi siano anche piacevoli, è tutto dire.
Angela Pederiva

Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 00:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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