Codenzano, il regno del Pinot Nero. Katja Zanon e la sua avventura da viticoltrice

Martedì 12 Novembre 2019 di Lauredana Marsiglia
Codenzano, il regno del Pinot Nero. Katja Zanon e la sua avventura da viticoltrice
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«Quando ho lasciato il lavoro rinunciando ad uno stipendio sicuro per dedicarmi anima e corpo a questo progetto tutti pensavano che fossi pazza». Katja Zanon ricorda così il suo esordio nel mondo della viticoltura, quel mondo che oggi l'ha proiettata in un segmento di alta qualità del Pinot Noir, o Nero che per dirla in italiano, riscoprendo una tipicità di un angolo di territorio alpagoto: Codenzano, che fin dai tempi remoti è stata terra di coltivazione della vite. Lo testimoniano le foto di un tempo, quando il paesino era strutturato a terrazzamenti viticoli, in gran parte crollati con l'alluvione del 1966 e in parte divorati dalla vegetazione selvatica.


 
ESORDIO NEL 2011Un'avventura nata nel 2011 assieme al cugino Lorenzo Zanon, enologo con esperienza quarantennale della produzione di grandi vini. Lei nata in Alpago, lui in Borgogna (Francia), hanno dato vita ad un'impresa titanica, fatta di sacrifici e duro lavoro sui terreni argillosi e calcarei di Codenzano, riportando in vita nel contempo una tipicità della terra d'origine della famiglia. Al loro fianco anche il compagno di Katja, Gianluca De Min, e la consulenza di prestigiosi agronomi della Borgogna. Nasce così l'azienda agricola Val de Pol e un Pinot Nero che, con le sue proprietà, s'infila dritto nella corte del Re della Borgogna.
«Non avevo mezzi, non avevo conoscenze, tuttavia ho creduto in un sogno - afferma Katja - e, nonostante le mille avversità, nonostante l'immane fatica, il sudore e le lacrime, assieme al mio compagno Gianluca siamo riusciti a riportare all'antico splendore questo angolo di terra baciato dalla fortuna, ad aprire una cantina per la lavorazione in proprio della nostra uva e a produrre un vino che regge meravigliosamente il confronto con grandissimi Pinot Noir di Borgogna».
Può sembrare impossibile, ma Codenzano, gode di un microclima eccezionale e a terreni vocati alla vite.
CLIMA VENTILATOLa superficie coltivata è di 2,5 ettari interamente dedicati al Pinot Noir ad un'altitudine 560 mslm, esposti a pieno sud e con un clima ventilato grazie al lago di Santa Croce. La tenacia di Katja Zanon ha portato al ripristino dei muretti a secco crollati nel 66, lavoro che ha ridato dignità al territorio del quale l'imprenditrice si dice «custode».
«La stessa sensibilità che abbiamo in vigna - prosegue la Zanon - la trasferiamo in cantina dove, dopo una vendemmia delicata e un'accuratissima selezione degli acini, l'uva prende strade diverse per ottenere diversi prodotti aziendali».
Nascono così il Pinot Noir Cors (vino di esordio), Pinot Noir Frazesca (cru) e il Pinot Noir Vigna Corletta (grand cru). Una menzione particolare va alle barriques dove i due cru sostano dai dieci mesi ad un anno, a seconda dell'annata. Si tratta di barriques di rovere francese provenienti da una tonnelleria della Loira dove Lorenzo Zanon collabora e segue personalmente le fasi di costruzione e tostatura e produce la sua personale gamma Zanon de Bourgogne.
BIOLOGICOChe dire del Pinot Noir Cors? Un vino in purezza, biologico certificato, fermentazione in acciaio, lievi selezionati, lunga sosta in acciaio e breve in barriques, affinamento in bottiglia.
I riconoscimenti, per un lavoro che opera sulla massima qualità, in sintonia che ciò che quest'angolo di terra sa dare, arriva da nomi altisonanti come Pierre Fenals, proprietario di Bourgogne & Beaujoulais, Jean Micheal Menant agronomo specialista mondiale del Pinot Nero: eleganza, materia generosa, perfetto al palato. Insomma, un vino di razza. Come i suoi produttori.
Lauredana Marsiglia
Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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