Rigopiano, all'asta bottiglie di vino e mobili scampati alla valanga: è polemica

Sabato 9 Novembre 2019
Rigopiano, all'asta le bottiglie di vino e champagne scampate alla valanga: è polemica

Scoppia la polemica dopo la scoperta di un'asta sulle bottiglie di vino e di champagne della cantina dell'hotel Rigopiano.

Sono i beni recuperati tra le macerie dell'Hotel Rigopiano di Farindola, distrutto da una valanga il 18 gennaio del 2017, ad essere finiti all'asta il 30 ottobre scorso.

I parenti delle 29 vittime l'hanno scoperto ora e si dicono «sconvolti». Gli articoli sono stati messi in vendita, su autorizzazione del giudice delegato del tribunale di Pescara, Domenica Capezzera, dal curatore del fallimento della Del Rosso Srl, la società che gestiva la struttura. L'asta si è svolta a Pescara, in seguito alla pubblicazione di un annuncio sul sito delle Aste Giudiziarie. Solo uno dei quindici lotti è stato aggiudicato, suscitando però l'indignazione dei familiari delle persone morte nell'hotel.


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«Ciò che li ha sconvolti - afferma l'avvocato Romolo Reboa, che assiste le famiglie di quattro delle vittime - è che vi è stata un'asta che ha visto più persone competere tra loro per assicurarsi le bottiglie della cantina della morte». Sono state infatti vendute, con un rilancio di 1.800 euro, dopo essere partiti da una base d'asta di 700 euro, numerose bottiglie contenenti vini pregiati, champagne e birre, un tempo custodite nella cantina del resort. 

«Chi farà il macabro brindisi?», si chiedono i familiari. Negli altri quattordici lotti, le cui aste sono andate invece deserte, figuravano molti altri beni di varia natura: quadri, divani, specchiere, vasi, librerie, tavoli, statue, piatti e zuppiere, ma anche lettini della Spa, vasche a idromassaggio, macchinari per trattamenti estetici ed altri articoli che si trovavano all'interno del centro benessere annesso all'albergo. All'asta, inoltre, caldaie a pallets, seghe elettriche e un gruppo elettrogeno, insieme a pregiati manufatti realizzati con ceramiche di Castelli, nel Teramano. 

«Ciò che lascia perplesso me ed i colleghi della difesa - aggiunge Reboa - è che nella vicenda esca oggi un soggetto nuovo, il Fallimento Del Rosso srl, che risulta proprietario dei mobili dell'Hotel Rigopiano e che, con l'autorizzazione del giudice delegato, li ha messi in vendita. Vi è un soggetto nuovo, un curatore fallimentare, mai ascoltato nell'inchiesta penale, che potrebbe rivelare informazioni preziose sullo stato dei luoghi e sulle autorizzazioni - conclude il legale - e che dunque mi riservo di convocare per una audizione in sede di indagini difensive».

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Ultimo aggiornamento: 19:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA