Dagli yacht alla pensione di 700 euro: il destino di un politico che non accetta di riconoscere i suoi errori

Sabato 9 Novembre 2019
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Egregio Direttore,
leggo che l'ex Presidente della Regione Lombardia, il Celeste Roberto Formigoni, ha richiesto un sussidio dallo Stato in quanto gli è stato decurtato il vitalizio da 7.000 a 3.300 ca. Molte persone tra le quali il Direttore di un quotidiano lo stanno sostenendo in quanto artefice del benessere economico della sua Regione. Io sono un pensionato ricco (1.750 mensili) ora decurtati a 1.680 in virtù di Quota 100 e Reddito di cittadinanza. Invalido Civile al 80% dopo una grave malattia che mi ha fatto retrocedere nella mia carriera professionale, monoreddito, sono riuscito ad accompagnare alla Laurea mia figlia nonchè mandarla all'estero per un Master, come pure acquistare una decorosa abitazione. Ho sempre fatto le mie vacanze e non mi sono fatto mai mancare il necessario, spendendo però il denaro con oculatezza. Certamente non ho frequentato proprietari di yacht o partecipato a feste mondane, ma ho vissuto e vivo felicemente, pur con i grossi problemi di salute che mi affliggono. Forse qualcuno obbietterà che il mio stile di vita è miserevole, ma la dignità, come si sa, non ha prezzo...

Luciano Novello
Mogliano Veneto

Caro lettore,
non è nostra abitudine accanirci sui perdenti o sugli sconfitti. Non lo faremo neppure in questo caso. Roberto Formigoni ha guidato in modo incontrastato per quasi 20 anni la Regione Lombardia. Aveva fama di eccellente amministratore e di politico intelligente e devoto. Ma non disdegnava neppure farsi fotografare a bordo di scintillanti yacth e di ostentare la frequentazione di località esotiche. Una lunga indagine della magistratura ha fatto emergere che anche questi lussi rientravano nel particolare rapporto che il leader della Regione Lombardia aveva instaurato con un imprenditori amici nell'ambito della sanità lombarda. Un giro di favori e di dazione di decine di milioni. Per questo Formigoni, che si è peraltro sempre dichiarato innocente, è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi ed è entrato in cella. Dopo 5 mesi di detenzione ha lasciato il carcere per andare agli arresti domiciliari che pure, di fronte a una condanna per reati contro l'amministrazione, avrebbero potuto non essergli concessi. Nei giorni scorsi il Senato gli ha poi accordato una pensione sociale di 700 euro al mese: anche questo non era un atto dovuto. La vita ha concesso a Formigoni molte opportunità. Se oggi a 72 anni si trova agli arresti domiciliari, forse non è solo colpa del destino cinico e baro. Abbia la saggezza e il pudore (e l'abbiano anche i suoi avvocati e i suoi amici) di chiudersi in un rispettoso e dignitoso silenzio.
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