Il Veneto curerà la "salute" della Calabria: i 5 Stelle insorgono

Giovedì 7 Novembre 2019 di Angela Pederiva
Il Veneto curerà la "salute" della Calabria: i 5 Stelle insorgono
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VENEZIA -  La Calabria chiama e, su richiesta del ministero della Salute, il Veneto risponde. Martedì la Giunta veneta ha approvato un accordo per cui sarà l’Azienda Ospedaliera di Padova a cercare di curare la sanità calabrese, in piano di rientro dal dicembre del 2009 e sottoposta a commissariamento dal luglio del 2010, con un disavanzo quantificato alla fine del 2018 in 213 milioni di euro. Ma quell’intesa è «incomprensibile» agli occhi di Francesco Sapia, deputato cosentino del Movimento 5 Stelle: «Se alla Lega si deve regalare la vittoria delle prossime Regionali – dice – posso anche dimettermi da subito».
 
IL PROGETTO
Il dossier del dicastero guidato da Roberto Speranza (Liberi e Uguali) è intitolato “Riorganizzazione dell’attività chirurgica per setting assistenziali e complessità di cura”. In particolare il progetto punta a migliorare le prestazioni nell’utilizzo delle sale operatorie calabresi, sulla base di una serie di dati allarmanti, così elencati dalla direzione regionale della programmazione sanitaria: «Attualmente la Regione presenta un elevato tasso di mobilità passiva, con 53.616 ricoveri annui in altre Regioni. Si evidenzia inoltre, una riduzione del ricorso all’ospedale, con un trend di riduzione delle prestazioni di ricovero erogate a residenti calabresi sia da strutture della Regione (-27% tra 2012 e 2017) sia in mobilità passiva (-2,06% 2012-17). Contrariamente al trend di riduzione dei ricoveri, la spesa sanitaria in mobilità passiva della Calabria riscontra un incremento pari al +5,22% nel periodo 2012-2017». Per provare a invertire queste tendenze, come si legge nella delibera vistata dal direttore generale Domenico Mantoan, è stato scelto il Veneto, «per aver sviluppato un processo di riorganizzazione della rete ospedaliera con risultati positivi di miglioramento dei processi assistenziali nel rispetto dell’equilibrio economico del servizio sanitario regionale». Come soggetto attuatore dell’operazione, che durerà 18 mesi prorogabili per altri 6, l’Azienda Ospedaliera diretta da Luciano Flor riceverà esclusivamente un rimborso per le spese documentate di personale e di missione fino a un massimo di 200.000 euro.
L’ORGOGLIO
In queste ore Palazzo Balbi sprizza orgoglio. Commenta il governatore leghista Luca Zaia: «Il significato di questo progetto è enorme, perché si sostanzia in solidarietà concreta tra Regioni, con i fatti, non a parole. Quella stessa solidarietà che non mancherà, anzi potrebbe anche ampliarsi, con l’autonomia. La nostra visione di autonomia è quella di una riforma grazie alla quale tutti possano crescere, a cominciare da quelli più indietro, con buona volontà e con l’aiuto di chi è più avanti. Il resto sono chiacchiere, come l’Italia di serie A e serie B, la secessione dei ricchi e stupidaggini annesse e connesse». Aggiunge Manuela Lanzarin, assessore zaiana alla Sanità: «Dicono che siamo egoisti e che lucriamo sui viaggi della speranza dal Sud verso il Nord, invece è il contrario».
L’INTERPELLANZA
Ma il pentastellato Sapia annuncia un’interpellanza di fuoco: «Se perfino il ministro Speranza deve prestarsi a questi giochini di palazzo a vantaggio di regioni governate dalla Lega e se la Calabria deve restare terra di conquista per speculare sull’emigrazione sanitaria, io non ci sto e faccio scoppiare il finimondo. Adesso dovremmo sopportare che dal Veneto vengano a darci lezioni e aiuto per riorganizzare la chirurgia calabrese?». Nessun accenno, nella sua sfuriata, al fatto che la sanità veneta è la prima in Italia nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, mentre quella calabrese è l’ultima.
Angela Pederiva
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