Ex ospedale psichiatrico, cartello diffamatorio: «Ce ne andiamo»

Mercoledì 6 Novembre 2019 di Nicola Astolfi
Ex ospedale psichiatrico, cartello diffamatorio: «Ce ne andiamo»
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ROVIGO Il cartello Via i fascisti di Casa Pound dall'ex ospedale psichiatrico, attaccato ieri all'insegna della fermata dell'autobus all'ingresso dell'ex manicomio di Granzette, è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. L'associazione I luoghi dell'abbandono rinuncia infatti alla gestione degli oltre 16 ettari, tra parco ed edifici, che ha in comodato d'uso dall'azienda Ulss 5. La decisione arriva dopo 18 mesi di gestione, in cui il parco secolare è tornato a splendere, e ha ospitato eventi, mostre e concerti, ma è entrato anche in casi giudiziari di diffamazione aggravata, atti persecutori e, soprattutto, l'investimento del presidente dell'associazione Devis Vezzaro.
 
CONTRATTO CON L'ULSS«Rispetteremo le scadenze contrattuali e continueremo le opere per valorizzare una struttura alla quale abbiamo dedicato cuore e passione, come è sempre stato nello spirito della nostra associazione, che in ogni territorio in cui è intervenuta per recuperare luoghi in stato di abbandono, ha condiviso la strada di allontanare il degrado, facendo entrare il pubblico. Mi sento - commentava ieri Devis Vezzaro - come in un divorzio visto dalla parte di chi perde».
ANNUNCIO VIA FACEBOOKI motivi dell'annuncio sono contenuti in un comunicato diffuso ieri attraverso la pagina Facebook dell'associazione. Questo il testo: «L'associazione, in seguito all'ennesimo evento diffamatorio, nonché al tentativo di omicidio avvenuto all'interno del parco con l'investimento volontario subito dal presidente dell'associazione da parte di un personaggio noto per la sua ossessione verso l'ex manicomio in data 18 agosto 2018 comunica che, al termine del contratto di gestione, ricevuto tramite regolare bando pubblico aggiudicato alla medesima associazione, il direttivo dopo riunione straordinaria non intende in alcun modo continuare le sue attività». Le attività termineranno il 26 aprile prossimo alla chiusura delle mostre in corso e dal 13 giugno l'associazione vicentina restituirà la gestione alla proprietà.
«ATTACCHI INGIUSTIFICATI»«Nessun socio - interviene la segretaria de I luoghi dell'abbandono Erika Vendramin - fa parte di CasaPound. Il cartello visto ieri è fuori luogo e fuori tempo, se fa riferimento al fatto che mesi fa, all'inaugurazione del parco, avevano partecipato come volontari per la sicurezza, e non come militanti, alcune persone appartenenti a quell'esperienza politica». «La rinuncia alla gestione - continua - non può passare come una questione politica. È la conseguenza dell'ennesima intimidazione, come gli ombrelli lasciati aperti nel parco, come segnale da parte di qualcuno».
L'INVESTIMENTODopo l'investimento subito dal marito Devis Vezzaro «con conseguenze che porterà con sé per tutta la vita, e prima che succedano altre cose, abbiamo deciso di lasciare. Per l'associazione non è una sconfitta. Le energie di questa esperienza andranno in altri luoghi, come Colorno, Vercelli, Volterra e Lucca».
A Rovigo I luoghi dell'abbandono hanno riaperto al pubblico, per un weekend, anche l'ex caserma Silvestri. Avevano manifestato interesse per il recupero dell'ex Maddalena e del palazzo dell'ex Genio civile. Ma con la città il feeling non è scattato: «Il tentativo di coinvolgere il Comune nelle attività del parco ha trovato un muro di gomma. Poteva essere il parco dei centri estivi, un'area di sgambamento per i cani, ma l'unica collaborazione è stata con il progetto Mad obstacle park di Antonio Monesi. Stiamo garantendo gratuitamente alla città otto aperture mensili del parco, invece delle due previste dal comodato. E qualcuno è riuscito a dire perfino che con la mostra su Chernobyl abbiamo portato la radioattività a Rovigo. Noi il nostro dovere l'abbiamo fatto, ma non ci siamo sentiti tutelati».
Nicola Astolfi 
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