Rivoluzione della viabilità a Mestre e Venezia: terminal stradali, ferroviari e acquei

Mercoledì 6 Novembre 2019 di Elisio Trevisan
Rivoluzione della viabilità a Mestre e Venezia: terminal stradali, ferroviari e acquei
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MESTRE - Una corona di salvaguardia, o di sanità, attorno a Mestre e a Venezia, fatta di terminal stradali, ferroviari e acquei, per evitare che chi si muove debba per forza passare per il cuore della terraferma o per piazzale Roma, distribuendo così le 100 mila persone che ogni giorno arrivano in centro storico; tre isole d'acqua a onda zero; una mobilità che per la prima volta considera allo stesso livello quella di terraferma e quella acquea. È la prima fase del Pums, il nuovo Piano urbano della mobilità sostenibile: è la fase delle analisi, dei numeri e dei grandi scenari, dopodiché seguirà quella dei progetti veri e propri che, una volta ottenuta la Vas dalla Regione (la Valutazione ambientale strategica), verranno esaminati assieme ai cittadini e alle categorie economiche e sociali; dopodiché, da quando nei prossimi mesi verrà approvato definitivamente in Consiglio comunale, avrà una validità di dieci anni entro i quali il Comune di Venezia si prefigge di creare una mobilità urbana più sostenibile ecologicamente e ambientalmente, più sicura, più efficace.
FINANZIAMENTIVenezia è tra i primi comuni in Italia ad aver completato la prima fase, in anticipo rispetto alla scadenza della legge Madia prorogata a dicembre 2020, e quindi sarà tra le prime a poter usufruire dei finanziamenti europei, statali e per i trasporti pubblici ai quali, senza Pums, non si può accedere.
La corona sarà fatta di terminal automobilistici, acquei e ferroviari che avranno il compito di intercettare i flussi delle persone in movimento verso il centro di Mestre e verso Venezia: nella prima fase l'analisi è stata effettuata dall'Ati guidata dall'ingegner Stefano Ciurnelli esperto di ingegneria del traffico, dei trasporti e della logistica, e per il Comune coordinata dall'ingegner Roberto Di Bussolo come responsabile del procedimento, dal direttore dei Lavori Pubblici Simone Agrondi, dal mobility manager Matteo Stevanato e dall'assessore alla Mobilità Renato Boraso. In questa fase sono state fisicamente contate le persone, i veicoli, le imbarcazioni divise per 12 tipologie diverse (comprese le navi da crociera, i taxi, le barche a remi... ), i treni, i pullman, i camion, le biciclette che si muovono nella nostra città e nell'area metropolitana: tutto questo per avere un quadro reale di quanta gente si sposta e dove effettivamente va. Inoltre, durante la Settimana europea della mobilità, il mese scorso sono stati ascoltati i cittadini che hanno partecipato a vari tavoli di lavoro mentre 3.600 persone hanno risposto al questionario online. È la prima volta che viene realizzata un'analisi così organica, e nello stesso periodo temporale (in passato erano state fatte varie rilevazioni ma parziali), e quindi la mole di dati raccolta consentirà di realizzare progetti su misura della città e dei suoi abitanti.
I TERMINALI terminal Tessera, Montiron, San Giuliano, Fusina, Punta Sabbioni, Lido, Alberoni, Pellestrina (nord e sud), San Basilio, San Giobbe, le stazioni ferroviarie Sfmr Gazzera, Olimpia, Marocco, i terminal del tram di Marghera Salamonio e Favaro via Monte Cielo. Sono sedici gemme della corona di salvaguardia che andranno a completare il lavoro svolto dall'interscambio di Mestre piazzale Cialdini, dalla stazione ferroviaria di Mestre da potenziare e dai tre nodi cruciali di Venezia Santa Lucia, piazzale Roma e Tronchetto che verranno così alleggeriti dall'attuale assedio quotidiano. Questo è il cerchio virtuoso che, nelle intenzioni dell'Amministrazione Brugnaro, dovrà rendere la mobilità più sostenibile da tutti i punti di vista, risolvendo i problemi che sono emersi dalle rilevazioni: ad esempio il numero di persone che, per andare da un luogo all'altro della città soprattutto con i mezzi pubblici, devono passare per forza per piazzale Cialdini o piazzale Roma, mentre con altre fermate e punti di interscambio potrebbero evitarlo.
I terminal e le stazioni avranno più funzioni già esistenti e da realizzare, come ad esempio una nuova fermata per i treni a San Giuliano: e quindi treni ordinari e alta velocità, bus, pullman elettrici, parcheggi di interscambio, vaporetti, traghetti, piste ciclabili. Tutto sarà integrato perché, come hanno detto ieri Di Bussolo, Agrondi e Boraso, quello che uscirà non sarà più un piano perfetto del traffico (ammesso che ne esista uno) ma un piano basato sulle persone e le loro esigenze di movimento per lavoro, svago, studio, salute, affetti.
Elisio Trevisan 
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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