Sesso nei temi dei bambini: choc alle scuole elementari

Martedì 5 Novembre 2019 di Elena Filini
Treviso. Sesso nei temi dei bambini: choc alle scuole elementari
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TREVISO - Sempre più piccoli, sempre più attivi on line. Già alle elementari hanno accesso al web dove navigando incontrano situazioni da grandi. Che riportano fedelmente nei temi scolastici o nelle conversazioni con i compagni. L'allarme emerge in alcune scuole primarie trevigiane: gli insegnanti esprimono preoccupazione perchè dai particolari emersi dai racconti o dagli scritti emerge con evidenza che in età sempre più precoce i bambini vengono a contatto con scene a sfondo sessuale e rapporti completi. Si ripropone, in maniera sempre più allarmante, il tema dell'accesso ai social e ai profili su pc, table e smartphone. Da qui la richiesta degli interventi della polizia postale e di psicologi. 
 
I PRECEDENTII bambini sono dunque sempre più esposti a immagini e video non consoni. Senza filtri. Lo scorso anno fece discutere la vicenda del bimbo di terza elementare avrebbe girato da casa a qualche compagno alcuni video di Tik Tok, la piattaforma made in China che sta spopolando tra i ragazzini di tutto il mondo, superando per numero di scaricamenti gli altri social network, Facebook e Instragram compresi. A sollevare la questione sono stati alcuni genitori, preoccupati per l'utilizzo decisamente precoce da parte del bambino di uno strumento tramite il quale possono essere condivisi foto e video dal contenuto difficilmente controllabile. Ulteriore aggravante il fatto che il piccolo fosse risultato iscritto al social senza la mediazione di mamma e papà. Ora il nuovo allarme lanciato dalle maestre dopo che alcuni bambini delle ultime classi delle elementari hanno riportato nei racconti a scuola dettagliati riferimenti a rapporti sessuali visti su Internet. Casi definiti preoccupanti che mettono in guardia dall'uso disinvolto della tecnologia e consigliano ai direttori didattici di irrobustire l'alleanza con la polizia postale per incontri e corsi. 
PRECOCI«Assistiamo ad una precocizzazione preoccupante: già alle elementari i bambini assumono comportamenti non consoni alla loro età. Un problema amplificato dalla facilità di accesso ai media e ai social- spiega Antonia Piva, fino allo scorso anno direttore didattico anche della primaria di Carbonera- uno dei problemi principali da affrontare è la difficoltà della famiglia ad essere consapevole del potenziale pericolo dei media». Piva parla di reiterati comportamenti da grandi nel mondo dei bambini. «Dal bullismo alla sessualità, dal linguaggio scurrile alle offese anche fisiche a compagni ed insegnanti. Però-prosegue- è positivo che queste situazioni emergono. Dobbiamo prendere consapevolezza che esiste un problema e cercare, come scuola e come sistema educativo, subito anticorpi». Il tema è oggi il web. «Sappiamo che non c'è solo l'orco della porta accanto. L'agorà telematico rende orco della porta accanto anche chi abita a mille miglia da noi».
CONTROMISUREIn molte scuole primarie trevigiane i circoli hanno attivato i corsi di educazione all'affettività: si parte subito a spiegare la differenza tra sesso e amore, si introducono questioni di natura intima con un linguaggio e un modo appropriato. Ci sono anche scuole che hanno promosso progetti pilota sul digitale etico. E' il caso del Duca degli Abruzzi con il progetto Riconnettiamoci! e Le storie di Pacio: i ragazzi delle superiori hanno creato dei cartoon destinati ai bambini più piccoli, raccontando temi come l'amore e l'amicizia. «Dietro questo lavoro straordinario c'è anche il grande sostegno del comitato genitori. I problemi si affrontano nella verità, senza moralismi o disfattismi. Io amo dire che dietro un problema che emerge c'è una risorsa che non abbiamo sviluppato. I ragazzi hanno bisogno non di modelli, ma di testimoni. Non chiedono di essere blanditi, ma di essere messi in condizione di crescere». Parallelamente, alla scuola primaria sta crescendo l'attivazione di incontri con psicologi e terapeuti sui temi della violenza e dell'affettività. «Ma allo stesso modo bisogna lavorare con le famiglie-conclude Piva- spesso genitori distratti lasciano la tecnologia a libera portata dei propri figli. Questo crea disturbi comportamentali importanti». 
Elena Filini 
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