Scelta del nuovo medico di famiglia: caos in ospedale

Martedì 5 Novembre 2019 di Anna Valerio
Folla e code interminabili ieri mattina in ospedale per il cambio del medico
Giornata da dimenticare ieri per chi voleva ottenere un nuovo medico di base in sostituzione delle dottoresse Rulli e Mussoi. In centinaia si sono presentati agli sportelli dell’Usl per scegliere il nuovo dottore. L’apertura era prevista alle 8.30 ma già dalle 6.30 alcuni erano pronti nella speranza di cavarsela in fretta. Speranza vana. La situazione è apparsa difficile fin da molto prima dell’apertura, complice un’organizzazione non proprio lungimirante che forse ha sottovalutato alcuni aspetti di pura logistica nella gestione del grande afflusso di persone, abbastanza prevedibile considerato che si parla di 3mila pazienti che in questi giorni dovranno scegliere un nuovo medico. Fatto sta che ieri già oltre 800 persone si sono presentate per il cambio (molte avevano in tasca anche le deleghe di altri). Con due sportelli a disposizione da una parte e tre dall’altra. Gli assistiti, infatti, erano stati divisi in due zone differenti (palazzina Fusaro ed ex Cup nel padiglione Gaggia). Peccato che all’ingresso mancassero cartelli chiari che avrebbero potuto aiutare i più “distratti”  ad evitare di fare la coda sbagliata. Così più di una persona, magari dopo ore di fila, una volta giunto il suo turno si è sentito dire che aveva sbagliato e doveva rivolgersi all’altro. Se da una parte la turnazione era regolata da bigliettini emessi da una macchinetta automatica e i numeri apparivano in un video appeso al muro, consentendo a chi aveva i numeri più alti di allontanarsi per poi tornare magari più tardi, dall’altra parte c’era lo sbando più totale. Nessuna macchinetta. Nessuna informazione. Spazio piccolo e insufficiente a contenere centinaia di persone molte delle quali anziane, con sole 5 sedie. Tutti gli altri fuori. 
LA PAZIENTE INTUITIVA
A salvare l’inevitabile degenerare di una situazione che si annunciava esplosiva il buon senso di una signora - paziente che, armata di carta e penna, ha cominciato ad assegnare ad ognuno un numero progressivo riportandolo in un fogliettino. Sistema che, almeno fino all’87 persona, ha consentito una gestione perlomeno civile. Ahimè la signora però aveva il numero 10. Arrivato il suo turno (dopo oltre un’ora) sono quindi finiti i bigliettini ed è iniziata l’anarchia e la confusione, cui si è aggiunta l’insofferenza nel vedere che alcuni si presentavano allo sportello con più di una delega. Cosa peraltro assolutamente legittima, ma difficile da spiegare in un contesto nervoso. Chi arrivava dopo il biglietto 87 non aveva idea di quando sarebbe stato il proprio turno. Andare via o aspettare visto che un’impiegata aveva annunciato che dalle 12 alle 14 avrebbero chiuso? A metà mattina, quando la situazione cominciava a surriscaldarsi, si sparge la voce che è in arrivo la macchinetta “spara biglietti”. E invece al suo posto arriva un povero impiegato con in mano un rotolo di numeri. È costretto ad uscire e a trovare un punto rialzato in mezzo al prato per cercare di spiegare la situazione e distribuire i numeri, rispettando l’ordine già creato tre ore prima e proseguendo con la numerazione, onde evitare il linciaggio. Sistemati i nuovi arrivati, restava il problema di quelli che arrivavano dopo, senza macchinetta automatica ma con il rotolo di numeri “in gestione” a chi si trovava accanto al punto dove era stato appoggiato. 
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