Dai tronchi di Vaia anche la birra "de Belun": da una ricetta del 1600 fatta con la resina

Giovedì 31 Ottobre 2019 di Federica Fant
Dai tronchi di Vaia anche la birra "de Belun": da una ricetta del 1600 fatta con la resina
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SEDICO - Trova un’antica ricetta del 1600 dei frati certosini e sfruttando la resina degli alberi schiantati dal ciclone Vaia decide di farne l’ingrediente di una birra. Una specie di genio del gusto Lucio Vallata, 49enne di Mas di Sedico che di professione si occupa di sicurezza. «Quando morì mio nonno, Piero Troian, che abitava a Le Rosse, in comune di Sospirolo, una località che si trova proprio sopra la Certosa di Vedana, abbiamo fatto ordine a casa sua. Dentro a una scatoletta, ben piegato, ho trovato un foglio in cui era riportata una ricetta di una birra pensata dai frati che risalirebbe al 1600 – racconta Vallata – che gli stessi frati avevano regalato a mio nonno, in segno di riconoscenza, dal momento che per anni li aveva aiutati nelle più piccole cose ed era nata, col tempo una forte amicizia. Subito mi sono fatto una promessa: prima o poi realizzerò quella ricetta, anche in ricordo del nonno».
 
L’OCCASIONE
Passa il tempo, ma quell’idea continua a frullare nella testa di Lucio. Fino a un anno fa quando Vaia devasta la provincia schiantando milioni di alberi, scoperchiando edifici e provocando frane disastrose. Per Vallata scocca il momento buono per rispolverare l’antica ricetta. Ma ci voleva qualcosa in più, qualcosa che caratterizzasse anche il momento storico per cui pensava di crearla. «Ho avuto l’intuizione di utilizzare qualcosa che ricordasse Vaia – continua Vallata -, qualcosa come la resina», quel meccanismo di difesa che utilizza l’albero quando la sua corteccia subisce una lesione. E con Vaia, le “lesioni” degli alberi sono state per tutti molto evidenti. Ecco, dunque, che «utilizzando la resinazione, che fondamentalmente è una secrezione della pianta che può diventare commestibile, mi sono messo in moto». Lucio Vallata ha cercato un mastro birraio. Non ne ha trovato uno qualsiasi, ma Luca De Zolt, figlio di Maurilio l’ex fondista italiano, vincitore di diverse medaglie ai Giochi olimpici invernali e ai Campionati mondiali di sci nordico, che a Presenaio ha “Il birrificio del Grillo” di San Pietro di Cadore.
LA PROPOSTA
«Sono andato a trovarlo e gli ho esposto la mia idea – prosegue Vallata -.Gli ho specificato che sarebbe stato bello che, all’interno della birra, ci fosse qualcosa che ricordasse Vaia, come appunto la resina. Non ne aveva mai sentito parlare, ha studiato a lungo il progetto che ora è arrivato alla sua fase realizzativa».
Per arrivare al prodotto finale, sono state fatte ben 15 cotte, la fase di produzione del mosto di birra. De Zolt, ha poi proceduto con la macinazione, l’ammostamento, la saccarificazione, la filtrazione, la bollitura e il luppolamento, il raffreddamento e aerazione, la fermentazione fino a quando è arrivato ad un risultato che soddisfacesse sia lui che Lucio Vallata. Fra un mese la birra sarà in vendita anche nel Bellunese, in alcuni negozi, locali e ristoranti. Sono già state fatte, per cominciare, 960 bottiglie da 0.50. 
FRESCHE DI STAMPA
«Le etichette sono stata appena stampate», prosegue Vallata. L’immagine mostra la sezione di un tronco tagliato, a ricordo di Vaia, al centro le Dolomiti. La bevanda si chiamerà “La birra de Belun”, ha 5 gradi, è una Pils dal colore biondo dorato e con gusto intenso e armonioso. Tra gli ingredienti c’è la resina di abete. Il titolare della ditta che la venderà è Roberto Lotto. Il ricavato non sarà, tuttavia, a scopo puramente commerciale.
L’idea di Vallata è quello di utilizzare parte degli introiti della vendita del prodtto per la piantumazione di altri abeti, per sopperire a quelli schiantati dalla tempesta di un anno fa.
Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 12:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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