CANSIGLIO - «Non possiamo dire se Vaia sia stata figlia del cambiamento climatico in atto, ma sicuramente è stata una delle tempeste più intense delle Alpi, in primo luogo per la velocità del vento». Il meteorologo Luca Mercalli, volto noto del piccolo schermo dal cui pulpito, spesso inascoltato, cerca di diffondere gli studi scientifici sui drammatici cambiamenti climatici in atto, ieri è stato protagonista del convegno Femca-Cisl svoltosi nell'Hangar di Veneto Agricoltura in Cansiglio.
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Vaia è stata lo spunto per affrontare scenari più vasti. Sala gremita per parlare degli scenari futuri che attendono l'uomo da qui a fine secolo e per capire quale contributo possa dare il mondo del lavoro, sia attraverso le contrattazioni aziendali finalizzate a ridurre gli sprechi energetici nei singoli siti produttivi, sia sotto quello degli investimenti legati ai fondi previdenziali complementari affinché non speculino su attività inquinanti.
CARICO ANTROPICO
Drammatico il quadro tracciato da Mercalli su ciò che aspetta un'umanità in sovrannumero, comunque restia a parlare di eccessivo carico antropico, sorda agli allarmi climatici che arrivano da lontano. Il primo assolo è datato 1896 lanciato dal Nobel, Svante August Arrhenius. Nel 1979 arriverà quello più pesante della Comunità scientifica. «Sarebbe bastato agire subito per invertire la rotta - ha affermato Mercalli -, invece oggi ci ritroviamo in un drammatico ritardo, senza possibilità di recupero. Gli errori del passato non sono più negoziabili».
Due gli scenari possibili: continuare con i nostri stili di vita, legati profondamente alla combustione di materie fossili e quindi all'emissione di CO2, oppure applicare gli Accordi di Parigi del 2015 (rapid reduction).
«Il peggio - ha spiegato il professore - significherà aumentare di 5 gradi la temperatura del pianeta entro fine secolo con il mare che salirà fino ad un metro mezzo cancellando la laguna Veneta e costringendo gli abitanti a risalire le montagne, mentre l'Emilia potrebbe trasformarsi una sorta di Pakistan; oppure, applicando Parigi, possiamo ridurre i danni limitando a soli 2 gradi l'aumento della temperatura e la crescita del mare a mezzo metro. Sia ben chiaro che stiamo parlando di danni ormai irreversibili».
SIAMO AD UN BIVIO
Il saldo tra quanto la natura offre e quanto l'uomo consuma è nettamente negativo: siamo sotto di un pianeta e mezzo. «Fino agli anni 70 si viveva di interessi della natura con una popolazione di 3,5 miliardi - ha proseguito Mercalli -; oggi, con una popolazione doppia, che da qui al 2050 salirà di altri 2 miliardi di persone, ci serviranno tre pianeti, salvo non cambiare subito rotta. Come? Si può. Pensiamo solo che ogni anno vengono spesi 1800 miliardi di dollari in armamenti: con queste cifra, in dieci anni, potremmo riconvertire il sistema energetico, rendendolo pulito».
Indispensabile frenare la corsa al consumismo, non certo in chiave di «decrescita felice», ma avviando percorsi più responsabili e virtuosi che riportino le lancette del vivere ad una maggiore sobrietà. Servono tecnologie e cultura.
I DATI METEOPer gli scettici, Mercalli ha calato dati incontrovertibili: giugno 2019 è stato il più caldo in assoluto mai registrato con una media di circa 2 gradi in più; idem per luglio e settembre, mentre agosto si è fermato al secondo posto. Per le Alpi in generale si è trattato della terza estate più calda della storia. Il 50 per cento dei ghiacciai è sparito. Mercalli ha toccato più volte il silenzioso problema dell'eccessiva popolazione. E chi invoca figli per sostenere i conti dell'Inps farebbe bene a guardare la luna, non il dito.
Lauredana Marsiglia
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