Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, i due 21enni presunti assassini di Luca Sacchi, il 24enne ucciso con un colpo di pistola alla testa tre sere fa a Roma, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere questa mattina durante interrogatorio di convalida del fermo che si è tenuto questa mattina nel carcere di Regina Coeli davanti alla titolare dell'indagine, la pm Nadia Plastina, e al Gip di Roma. Nel pomeriggio, poi, il gip di Roma ha convalidato il fermo ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due ventunenni di San Basilio a cui sono contestati il concorso in omicidio, rapina, detenzione e porto abusivo di armi. Restano, dunque, nel carcere di Regina Coeli Valerio Del Grosso e Paolo Pirino.
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L'avvocato di Valerio Del Grosso: «Ha chiesto scusa. È molto provato». «Ha chiesto scusa per quello che è successo.
Paolo Pirino: «Non sapevo che Del Grosso avesse una pistola, ero lì solo per rubare». Non sapeva che Valerio Del Grosso avesse una pistola, era lì per una rapina e non voleva uccidere nessuno. È quanto avrebbe detto Paolo Pirino, secondo quanto si apprende, nel corso di una dichiarazione spontanea davanti al gip dopo avere deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il giovane è accusato del concorso in omicidio di Luca Sacchi.
Un dipendente dell'hotel: «Del Grosso è venuto qui da solo, era molto tranquillo». « Valerio Del Grosso è arrivato nella tarda serata di giovedì, dopo le 23. Non c'erano altre auto, era da solo. Ha fatto il check-in da solo, come un normale cliente. Non aveva prenotato ed era la prima volta che lo vedevamo, sembrava assolutamente tranquillo. Si è fatto dare una stanza e ha ringraziato». Così, all'Adnkronos, Matteo Gigli, capo ricevimento del Park hotel Cervara dove il 21enne accusato di aver sparato a Luca Sacchi ha provato a nascondersi. «Contrariamente a quanto ho letto, era da solo - ribadisce -, non era in compagnia di una ragazza, ha dato i suoi documenti che poi abbiamo fatto vedere ai poliziotti intervenuti poco più tardi e che, a quel punto, avuta la certezza che si trattava di lui, sono entrati nella stanza al piano terra».
«Quando si è presentato qui non aveva un bagaglio, nulla - continua Gigli - solo una bustina di plastica che ha anche poggiato serenamente sul bancone della reception. Quando abbiamo saputo cosa aveva fatto siamo rimasti basiti: abbiamo pensato che avesse discusso con la fidanzata, che avesse bevuto, ma mai che si stesse nascondendo. I poliziotti sono arrivati in venti, hanno dovuto forzare la porta perché non apriva».