Grillo e il voto negato agli anziani: quando il comico di governo vuole continuare a fare il rivoluzionario

Martedì 22 Ottobre 2019
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Caro direttore, 
quando i treni arrivavano ai campi di sterminio gli aguzzini nazisti iniziavano a selezionare i prigionieri in base ad alcune caratteristiche: fisicamente abili al lavoro di qua, gli inabile di là, i vecchi verso i forni, le donne belle e giovani a disposizione delle SS. Facevano una selezione. Ho conosciuto un reduce dai campi che rammentava questa selezione con terrore, un vero incubo. La selezione è il peggior insulto che si può fare ad un essere umano. Ecco perchè l'idea di Grillo di selezionare gli italiani per attribuire il diritto al voto ad una categoria e negarla ad un'altra solo per aver la colpa di avere più di sessanta anni mi preoccupa ed offende. Non mi faccio selezionare da il primo Grillo che passa. Grillo mi piaceva quando faceva il comico ed anche quando ha cominciato ad occuparsi di politica mi suscitava un certo interesse. Ora ha superato ogni limite. Vuole selezionare la gente. Prima gli anziani, poi magari i non cattolici. Si deve rendere conto che la selezione è un termine che ne coltiva un altro: discriminazione.


Luigi Barbieri
Padova


Caro lettore, 
per contestare le dichiarazioni di Grillo non è il caso di scomodare la storia. Il fondatore di M5s fatica, come altri, ad accettare le dinamiche della democrazia moderna, che, svincolata dalle ideologie, è sempre meno prevedibile e controllabile. Per questo vorrebbe restringerne i confini. Nulla di nuovo: nell'800 e fin quasi a metà ' 900 lo si faceva basandosi sul sesso o sul censo. Le classi popolari (e le donne), si sosteneva, non avevano la cultura e la giusta percezione degli interessi nazionali per votare. Oggi Grillo propone come discrime l'età e non più il denaro o il genere. Ma cambiando i fattori, il risultato è lo stesso: una restrizione dei diritti e della libertà. Credo però che dietro quelle parole ci sia anche qualcosa d'altro. Di più personale. Grillo vuole continuare ad offrire di sè l'immagine del pensatore controcorrente e rivoluzionario, profeta di una nuova idea della società e delle relazioni politiche. Dobbiamo capirlo: Grillo è partito dal vaffa contro il sistema dei partiti, la Ue, l'Fmi e chi ne ha più ne metta. Ha creato un fenomeno politico come M5s vantando le progressive sorti della democrazia diretta. Oggi però si ritrova oggi ad essere il padre-fondatore-ispiratore di un Movimento che cerca di tenere insieme le originarie pulsioni ambientaliste e movimentiste con il neo-centrismo post-democristiano impersonato da Giuseppe Conte. Come se non bastasse, deve condividere la guida del governo e le alleanze nei territori con il Pd, la forza politica da sempre più detestata da Grillo e additata per anni come il partito delle banche e del potere. Insomma, almeno sul piano ideale, Beppe Grillo, partito da rottamatore, si trova lui stesso un po' rottamato. Vogliamo negargli la possibilità di qualche rivoluzionaria pensata sulla democrazia? Del resto, non dimentichiamolo: è pur sempre un comico. 
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