Fiaccole per ricordare Giulia e dire basta a violenze e femminicidi

Domenica 20 Ottobre 2019 di Guido Fraccon
I fiori deposti alla panchina arancione, simbolo della lotta alla violenza sulle donne
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ADRIA - Le lacrime della città per Giulia Lazzari. Centinaia di adriesi hanno preso parte ieri alla fiaccolata in ricordo della 23enne, strangolata dal marito, e spentasi dopo nove giorni di agonia in un letto d’ospedale di Rovigo. In carcere per la sua morte c’è il 28enne Roberto Lo Coco, disoccupato e tossicodipendente, accusato di omicidio volontario aggravato.
 

 
 

Momenti toccanti e carichi di commozione hanno scandito la cerimonia che ha registrato anche periodi di silenzio irreale quando hanno sfilato in testa al corteo i genitori di Giulia, la zia ed altri familiari a braccetto con il vicesindaco Wilma Moda.
 
Padre e madre della ragazza, qualche ora prima avevano deposto in piazza Cavour, sotto il porticato del teatro comunale, un mazzo di fiori per la figlia volata in cielo. Uno spazio pensato per omaggiare Giulia, allestito da Croce Verde, con una sedia ed un paio di scarpe rosse per ricordare le vittime di femminicidio. Un luogo dove chiunque potrà lasciare un mazzo di fiori, un pensiero o semplicemente fermarsi per riflettere sull’accaduto.
La fiaccolata è stata aperta dal sindaco Omar Barbierato visibilmente commosso. «Ringrazio tutti coloro - ha detto Barbierato - che sono qui a portare la loro testimonianza. E’ difficile trovare parole in queste circostanze. Ci è stato portato via un pezzo di Adria e del Polesine». Numerosa la partecipazione dei rappresentanti istituzionali. Molti i sindaci del Polesine o i loro delegati presenti alla fiaccolata, oltre al presidente della Provincia Ivan Dall’Ara. Molte anche le presenze delle realtà del tessuto associativo cittadino. Il corteo, che ha preso il via da piazzetta Marino Marin, si è snodato lungo corso Vittorio Emanuele II, e prima di concludersi in piazza Garibaldi - grotta di Lourdes,passando per piazza Cavour, ha fatto tappa in piazza Bocchi. Qui Barbierato, assieme ai genitori delle 23enne, ha deposto un mazzo di fiori sulla panchina arancione, simbolo della lotta contro la violenza di genere. Al momento di riprendere il percorso è scoppiato un caloroso applauso, mentre i parenti della vittima si abbracciavano tra loro per farsi coraggio. Ci aveva pensato l’ex sindaco Massimo Barbujani a sensibilizzare i commercianti, invitando tutti gli esercenti del corso e di piazza Garibaldi, quale forma di partecipazione e di condivisione del grande dolore che ha colpito Adria, a mantenere un ossequioso momento di silenzio ed a esporre un simbolo, sia esso fiore od altro, di colore rosso come segnale di rifiuto e di lotta alla violenza nei confronti delle donne.
«Prima di questo tragico evento - ha detto Monica Lazzari, la zia di Giulia - non c’erano mai stati episodi di violenza ai suoi danni».
Di diverso avviso alcuni residenti delle Case Rosse che hanno puntato il dito contro la famiglia Lo Coco invitando le istituzioni ad intervenire affinchè venga tolta la figlia di Giulia, di soli quattro anni, alla nonna paterna per farla crescere in un ambiente diverso.

Ultimo aggiornamento: 09:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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