Cacciatore gli punta il fucile al petto: lui lo disarma e si chiude in casa

Sabato 19 Ottobre 2019 di Gianandrea Rorato
Luigi Cappotto ha disarmato il cacciatore che nel cortile della sua abitazione gli ha puntato il fucile al petto
45
PONTE DI PIAVE - Tre grossi cani da caccia gli sbranano cinque polli che stavano scorrazzando pacifici nell’aia dei fronte a casa. Lui, esasperato per l’episodio, apostrofa un cacciatore con il fucile in mano che si fa largo tra la vegetazione di fronte alla sua casa, richiamando l’attenzione dei cani con il fischietto. Ma alla rimostranze del residente, il cacciatore gli punta l’arma all’altezza del petto. Lui, lungi dall’innervosirsi, afferra il fucile per la canna, glielo sfila dalle mani e si chiude in casa, avvertendo i Carabinieri. Nel frattempo l’altro si allontana con un secondo cacciatore e fa perdere le proprie tracce. Il racconto è stato messo nero su bianco in un verbale alla caserma dei Carabinieri di Ponte di Piave. E ora l’uomo è pronto a denunciare.
    
«Intanto un verbale ai carabinieri l’ho firmato», conferma Luigi Cappotto, classe 1946, salernitano d’origine ma trevigiano d’adozione, vivendo e lavorando nella Marca da oltre quarant’anni. In zona è volto notissimo: ha gestito una pizzeria a Treviso e in seguito a Ponte di Piave, la Pizzeria Costa Azzurra. E ora, che si gode la meritata pensione, il problema sono i cacciatori che attraversano la sua proprietà con costanza certosina. Tanto che per la prima volta in vita sua si è rivolto ai Carabinieri. L’altro giorno la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Era sabato scorso - racconta - verso le 8 del mattino sento un intenso abbaiare di cani all’interno della mia proprietà. Esco di casa e vedo tre cani di grossa taglia che rincorrono galli e galline: ne possiedo in tutto una ventina che scorrazzano liberi nel mio cortile. I cani ne sbranano cinque e, nonostante un uomo con il fucile in mano li richiami a gran voce con il fischietto, loro continuano imperterriti. Il probabile proprietario, facendosi spazio tra la vegetazione, è arrivato davanti a casa mia. Impaurito, gli ho chiesto spiegazioni. Ma mi ha risposto in malo modo, puntandomi l’arma all’altezza del petto». E poi? «Ho finto di alzare le braccia in segno di resa ma subito ho afferrato la canna con una mano per indirizzare la canna verso l’esterno. L’altro, che non conosco, sorpreso dalla mia mossa, ha lasciato l’arma che io ho portato velocemente nella mia abitazione». Una volta all’interno Cappotto ha chiamato il 112. Nel frattempo è giunto un secondo cacciatore: «L’ho sentito dire al primo di scusarsi con me». Lo ha fatto? «No. E chiedeva insistentemente di restituirgli l’arma. Io ho risposto che avrei aspettato l’arrivo della pattuglia. A quel punto i due si sono allontanati. Poco dopo la pattuglia è arrivata e ho consegnato il fucile ai carabinieri che, attraverso il numero di matricola, sono risaliti al proprietario. E, in un secondo momento, mi hanno segnalato che quell’arma era carica. Particolare che mi ha fatto sobbalzare: in caso di sparo ravvicinato non so proprio come sarebbe finita». Sabato l’episodio è stato verbalizzato in caserma. «Vedremo il dà farsi - ha concluso Cappotto - L’ho fatto perchè non è solo un mio problema. Nel senso che molto cacciatori entrano sistematicamente in diverse proprietà private lungo questa zona. Un refrain che si ripete ogni anno all’apertura della caccia. Io non sono contro questa attività, conosco molti cacciatori che sono anche amici. Se hanno voglia possono venire a bere un bicchiere di vino e fare quattro chiacchiere con il sottoscritto. Ma un fatto di questa gravità non mi era mai accaduto. Ed è stato notato anche dall’inquilino che vive nella mia proprietà. E per questo lo voglio segnalare pubblicamente».
Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA
Potrebbe interessarti anche

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci