Casa negata alla studentessa trans: «Appena chiamavo, mille scuse»

Venerdì 18 Ottobre 2019
Padova.Casa negata alla studentessa trans
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PADOVA - «Per quattro mesi mi hanno negato una stanza solo perché sono transessuale». Sabrina (nome di fantasia), ha 21 anni, è una studentessa universitaria, arriva da fuori provincia ed è transessuale: attualmente sta affrontando il delicato passaggio dal sesso maschile a quello femminile. Il suo arrivo a Padova, un anno fa, non è stato dei migliori . «Per trovare un posto in appartamento ci ho messo 4 mesi - denuncia - ho iniziato a settembre, la nuova casa l'ho trovata a Natale». Il perché è preso detto: non è facile per una persona trans gender trovare un alloggio, soprattutto se questo è in condivisione. «La cosa più sconvolgente è che a dirmi di no, nella stragrande maggioranza dei casi, non sono stati i padroni di casa bigotti, ma gli studenti che già occupavano l'appartamento - aggiunge Sabrina - È capitato decine di volte che rispondessi via whatsap ad un annuncio e che mi venisse data la disponibilità. Ma quando contattavo telefonicamente uno degli inquini e spiegavo di essere transessuale questo, non appena sentiva la mia voce, scattavano mille scuse. Una volta mi hanno fatto attendere due giorni per darmi  una risposta, poi mi hanno spiegato che non potevano darmi il posto perché io ero una cosa troppo strana e non sapevano con chi mettermi in camera». Sabrina ha trovato alla fine un appartamento, dove ora vive serenamente con altri studenti.
«Purtroppo - ha detto ieri Pietro Notarnicola, coordinatore di Studenti per-Udu Padova - quello di Sabrina non è un caso isolato. Sono decine le segnalazioni che riceviamo da parte di studenti che si vedono negare un posto in appartamento da parte di padroni di casa che non ne vogliono sapere di affittare neppure a persone di colore o meridionali». Così ieri l'Udu ha lanciato un appello pubblico, perchè non si facciano più queste discriminazioni.
FENOMENOMa ci sono altri nodi, come quello degli affitti in nero («sempre più diffusi») e quello degli Airbnb. «Il fenomeno sta assumendo dimensioni preoccupanti - denuncia Cesare Ottolini, segretario dell'Unione inquilini - Soprattutto in centro storico e all'Arcella sono centinaia gli appartamenti che vengono destinati agli affitti brevi, perché più remunerativi. Ultimamente si sono rivolti a noi parecchi inquilini che non si sono visti rinnovare il contratto perché i padroni di casa hanno deciso di trasformare gli alloggi in Airbnb. All'Arcella, per esempio, lungo la linea del tram sono decine gli appartamenti che vengono affittati ai turisti che dormono una notte e poi vanno a Venezia».
Ieri, intanto, l'assessore al Sociale Marta Nalin, le sigle di rappresentanza dei piccoli proprietari , i sindacati degli inquilini e le rappresentanze degli universitari, hanno sottoscritto un accordo sugli affitti agevolati per studenti, con sconti sui tributi locali per i proprietari che affittano a prezzi calmierati. Le aree cittadine sulle quali vengono modulati gli affitti passano da 3 a 5. I nuovi contratti sottoscritti tra inquini e proprietari dovranno poi essere visionati o dalle associazioni dei piccoli proprietari o dai sindacati degli inquilini.
Alberto Rodighiero 
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