Bisogna entrare un attimo nel salotto di Virginia Raggi. Martedì sera, quartiere Ottavia. Dopo - speriamo - una lunghissima giornata di lavoro proficuo per l’Urbe, la sindaca (con il marito) è davanti alla tv per “godersi”, un po’ per curiosità o per passione politica, il match tra Matteo Salvini e Matteo Renzi. I due si beccano su tutto, come i famosi capponi. Certo, lasciano ai retroscenisti possibili convergenze contro il premier Conte, ma in “chiaro” cioè aperte le virgolette concordano su un punto. «Se c’è una persona che ha fallito come sindaco è Raggi, se lo faccia dire da un ex sindaco. Molto meglio i sindaci della Lega rispetto a lei». E quando Renzi pronuncia queste parole, Salvini non può che gongolare. Eccoli, si sono trovati. Ritorniamo nel tinello raggiano. Lei non parla, solo una smorfia. D’altronde tutto le si può dire, eccetto che non sia una grande incassatrice. Andrea Severini, il marito, però perde le staffe. «Quando è troppo è troppo». E così si sfoga su Facebook dove è seguitissimo. E rimuove tutto. «L’unico Matteo che questa sera ascolto è nostro figlio, il resto non interessa. Notte stellata». La famiglia rimane l’unico welfare italiano. Anche se si è sindaci della Capitale.
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