Confesso che ho accolto con sollievo la notizia che non hanno dato il premio Nobel a Greta

Martedì 15 Ottobre 2019
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Caro direttore,
la giovane ecologista Greta sicuramente esprime una sensibilità e una preoccupazione importante per il futuro dell'umanità. Tenuto conto però della sua giovane età, temo che possa venire manipolata a piacere da chi persegue interessi vari, non sempre per il bene di tutti. Sono comunque importanti le manifestazioni studentesche a proposito del problema ecologico. Il Ministro dell'istruzione e tanti altri, che hanno incoraggiato tali manifestazioni e cortei conseguenti, dovrebbero però, per coerenza e giustizia, invitare i giovani delle scuole a farsi sentire anche a proposito dello scandalo della fame e miseria nel mondo, delle guerre, specie quelle dimenticate (Jemen, Siria e altre in Africa), dei terribili casi in cui (come accaduto da poco in Inghilterra) dei bambini, considerati casi terminali, vengono strappati ai genitori e affidati alla sentenza di un giudice che può deciderne la morte! Per queste realtà e altre non si muove un dito. Mi chiedo perché.


Gaetano Mulè 
Udine


Caro lettore, 
lo strabismo politico è una delle malattie di cui soffre l'uomo contemporaneo. Ci sono fatti o eventi di fronte ai quali ci si indigna e scandalizza in modo assoluto, salvo poi, con la stessa disinvoltura, chiudere gli occhi o girare la testa dall'altra parte di fronte ad altre realtà non meno gravi e scandalose. Il fenomeno Greta Thunberg è figlio di questo atteggiamento. Dirò una cosa che forse non incontrerà il consenso di qualche lettore: confesso di aver accolto con un sospiro di sollievo la notizia che non le è stato assegnato il premio Nobel per la pace. Non perché consideri inutili le battaglie che Greta conduce o non apprezzi le mobilitazioni in difesa dell'ambiente. Ma perché la cultura apocalittica e anti-progresso cui si nutrono i messaggi di questa ragazza svedese non mi pare siano un viatico per la pace nè abbiano contenuti così innovativi come qualcuno vuol far credere e non sono tali da giustificare il consenso globale che le viene attribuito. Nelle parole di Greta riecheggia un'ostilità al progresso che è tipica dell'ambientalismo più radicale. Lei non è semplicemente preoccupata per la difesa dell'ambiente e il futuro della terra. Greta contesta in modo totale e unilaterale un modello di sviluppo, che è quello costruito dalle generazioni che l'hanno preceduta. E che, personalmente, credo sia da correggere, anche profondamente in alcuni aspetti, ma non da rinnegare nè da cancellare.
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