Medici non specializzati in ospedale: chiuso il primo bando, 224 domande

Lunedì 14 Ottobre 2019
Medici non specializzati in ospedale: chiuso il primo bando, 224 domande
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VENEZIA - Si è chiuso oggi 14 ottobre in Veneto, con 224 domande arrivate, il bando per il reclutamento di giovani medici laureati, abilitati, ma non ancora specializzati, da inserire negli ospedali con un contratto autonomo. Il bando riguarda l'inserimento nell'area Pronto Soccorso. Da oggi, come previsto dalle relative delibere assunte lo scorso agosto per far fronte alla grave carenza di medici, parte quello riservato all'area internistica. Ne ha dato notizia il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, affiancato dall'assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin.

Emergenza medici in Veneto: assunti anche solo con laurea e senza specializzazione

«L'adesione è stata importante - commenta Zaia - il che dimostra quanta voglia di lavorare e di mettersi alla prova ci sia tra i nostri giovani medici, imprigionati nell'assurdità nazionale delle borse di specialità in numero largamente inferiore ai laureati in medicina, elemento questo tra i più determinanti per la ormai emergenziale carenza di medici in tutta Italia (53.000) e in Veneto (almeno 1.300)». Zaia ricorda anche che il documento veneto «è stato fatto proprio e approvato da tutte le Regioni, inviandolo già il 26 settembre al Governo e al Ministero della Salute». «Non butteremo mai allo sbaraglio questi ragazzi - aggiunge - ma li inseriremo gradatamente, vicino ai colleghi strutturati, e a occuparsi delle situazioni più semplici, non certo di codici rossi. Abbiamo fiducia nelle nostre Università e siamo certi che, con la preparazione ottenuta, i giovani medici si occuperanno, ad esempio, di codici bianchi o, al massimo, verdi».

«Le domande arrivate - precisa Lanzarin - saranno ora velocemente valutate per verificare i requisiti richiesti.

Nel frattempo abbiamo fatto partire il secondo bando, quello per l'inserimento nell'area internistica con 150 posti. È chiaro - dice Lanzarin - che si tratta di una soluzione di tipo emergenziale ma, come evidenzia bene il documento approvato da tutte le Regioni italiane, la questione ha due facce: quella dell'urgenza e quella della programmazione di prospettiva. L'urgenza è dettata dalla necessità di non chiudere reparti, e questo la Regione Veneto non lo farà mai; la prospettiva è quella di una profonda riforma che snellisca e sburocratizzi l'intero cammino verso l'esercizio della professione medica».

Ultimo aggiornamento: 16:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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