Poliziotti uccisi. Il killer: la droga, le voci e i piedi scalzi. Tutti i dubbi degli inquirenti

Mercoledì 9 Ottobre 2019 di Marco Agrusti
Alejandro Augusto Stephan Meran e i due poliziotti uccisi, Matteo Demenego e Pierluigi Rotta
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TRIESTE - C'è anche l'ombra della droga, ad oscurare il profilo del killer dei due poliziotti Matteo Demenego e Pierluigi Rotta. Nessun collegamento diretto o documentato (almeno per quanto hanno potuto appurare gli inquirenti) tra l'uso di sostanze stupefacenti e il duplice omicidio, ma un ulteriore elemento che sarà tenuto in considerazione per valutare i contorni e le sfaccettature della personalità di Alejandro Augusto Stephan Meran, ora rinchiuso e sorvegliato 24 ore su 24 nel carcere del Coroneo. La rivelazione arriva dalla direttrice del dipartimento di salute mentale dell'Azienda sanitaria triestina, la dottoressa Elisabetta Pascolo Fabrici. Che rende noti alcuni fatti riferiti da Betania e Carlysle Stephan Meran, madre e fratello del 29enne dominicano.

L'ultimo saluto a Pierluigi e Matteo. I funerali la settimana prossima

 

GLI SPARI - IL VIDEO CHOC  

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GLI SPARI - IL VIDEO CHOC
«Dormite tranquilli, c'è la Volante 2 in giro»: così sorridevano allegri durante il turno di notte i due poliziotti uccisi
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IL RACCONTO
I due si sono presentati venerdì mattina al servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell'ospedale Maggiore di Trieste per chiedere che Alejandro fosse visitato. Alle spalle c'era una notte popolata da «strane voci» e piena di inquietudine. «Hanno riferito - ha spiegato - che da un po' di tempo Alejandro era cambiato: era più irritabile e  temeva di essere perseguitato. Le sue reazioni si accentuavano se veniva contraddetto». Poi il passaggio più importante: «La madre e il fratello ci hanno confessato che faceva uso continuativo di cannabis sin dai tempi dell'adolescenza. Ora bisognerà valutare se lo stato di agitazione fosse indotto o meno dallo stupefacente».

Betania e Carlysle si sono rivolti al personale medico del Maggiore ricordando un fatto avvenuto anni prima in Germania, quando Alejandro aveva rubato un'auto parcheggiata per recarsi in aeroporto e provare a prendere un volo per la Repubblica Dominicana. Voleva tornare nel suo Paese, ma la polizia tedesca lo ha fermato ed è stato portato in un ospedale psichiatrico. Potrebbe trattarsi proprio di uno dei ricoveri che ora la Procura di Trieste vuole documentare per fare un passo avanti nelle indagini.

LA PISTA TEDESCA E LA VITA IN ITALIA
La Procura lavora su due fronti: la pista tedesca e il recente passato italiano del killer. Per quanto riguarda il primo punto, ieri sono state avviate le pratiche per l'informativa destinata alla polizia in Germania: gli inquirenti attendono di ricevere notizie sul 29enne nel giro di pochi giorni. In Italia, invece, ci si concentra anche sulla rapina commessa dal dominicano alle 6.42 di venerdì scorso. I contorni non sono chiari e la Procura vuole approfondire il fatto. La donna di nazionalità straniera che è stata spinta e strattonata da Alejandro, il quale è fuggito rubandole il motorino, è stata già ascoltata dagli inquirenti e probabilmente sarà nuovamente sentita. La rapina, ora è ufficiale, farà parte degli atti del processo.

I TESTIMONI: ERA "IMBIZZARRITO". PERCHE' ERA SCALZO?
I testimoni, passanti e baristi della zona di via Carducci, che hanno assistito al fatto, hanno parlato di un uomo imbizzarrito e senza scrupoli che ha usato la violenza.
E la Procura, poi, vuole chiarire perché Alejandro mentre sparava all'impazzata in questura fosse scalzo, come documentato dal video diffuso lunedì. Intanto, è stato dimesso dall'ospedale di Cattinara l'agente Resmini, il piantone colpito alla mano da uno dei proiettili sparati dal 29enne nell'androne principale della questura. Resmini e il sostituto commissario De Toni, l'agente che ha colpito e immobilizzato Meran nel conflitto a fuoco, sono stati ascoltati dagli inquirenti. Le loro testimonianze aiuteranno a chiarire definitivamente la dinamica dei fatti. Oggi, sarà conferito l'incarico per le autopsie sui corpi dei due poliziotti. I tempi utili a terminare gli esami non saranno brevi. Per questo i funerali dovrebbero slittare alla prossima settimana. Ieri in questura sono tornati anche i soccorritori del 118 che hanno tentato invano di rianimare Rotta e Demenego.

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 03:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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