Rivoluzione in sala operatoria: il paziente ora può mangiare e bere prima dell'intervento

Martedì 8 Ottobre 2019
Rivoluzione in sala operatoria: il paziente ora può mangiare e bere prima dell'intervento
2
Il Veneto delle eccellenze anche in provincia. Succede che in un ospedale come Conegliano lavori un chirurgo che si è già fatto un nome perché capofila in Italia di un nuovo metodo, rivoluzionario non tanto per quanto riguarda la tecnica chirurgica quanto per la preparazione del paziente. Che mangia e beve senza problemi anche se deve affrontare una operazione difficile allo stomaco o al colon. E nel giro di 48 ore, dopo l'intervento, il paziente torna a casa con le sue gambe. Il chirurgo è Maurizio Pavanello, laurea a Padova e specializzazione a Boston, capofila nel Veneto di una metodica che è miracolosa per quanto riguarda il recupero del malato. 
 
Si chiama Eras Enhanced recovery after surgery - ed «è il punto di arrivo di una ricerca durata molti anni e che nasce dalle intuizioni di Henrik Kehlet, un professore dell'università di Copenhagen il quale già nei primi anni 90 aveva messo a punto questa metodica che portava enormi benefici ai pazienti», spiega Pavanello: «Adesso nel mondo sempre più chirurghi adottano questa metodica perché ci si è convinti che avere a disposizione un intestino pieno di liquidi, come capita nel caso di pazienti a digiuno per 24 ore, imbottiti di purghe e magari di clisteri, non migliora affatto le possibilità di intervento. Al contrario, far arrivare un paziente debilitato in sala operatoria rende più difficoltoso il lavoro del chirurgo. Con Eras invece il paziente arriva in sala operatoria al pieno della sua forma fisica e dunque il recupero post operatorio è istantaneo».
LA PREPARAZIONEE così a Conegliano i pazienti possono bere e mangiare fino a due ore prima dell'intervento. Poi gli vengono dati due biberon di maltodestrine e zuccheri e vengono portati in sala operatoria per l'intervento chirurgico che, spesso, è anche molto importante. Ma, nonostante tutto, il giorno dopo il paziente è di nuovo in forma e non ha il colorito tipico dell'ammalato. Le guance sono rosa e la voglia di tornare a casa c'è già. Certo, il dolore c'è, nonostante l'intervento sia fatto in laparoscopia e cioè praticando piccole incisioni attraverso le quali vengono introdotte telecamera e bisturi, ma si tiene sotto controllo con i farmaci e il reparto di chirurgia è sempre pronto a rispondere al telefono, in caso di complicanze.
«Eras infatti non è altro che un sistema rivoluzionario messo a punto per aiutare il paziente ad aiutarsi da solo spiega Pavanello - mettendolo nelle condizioni migliori per affrontare un intervento chirurgico molto importante come la resezione di una parte dell'intestino, ma iniziamo ad utilizzare Eras anche per interventi sul pancreas o sul fegato». In Italia il metodo si usa ancora poco. «Stiamo avendo le stesse resistenze che ebbe a suo tempo l'introduzione della chirurgia laparoscopica. Negli anni 90 io ero in America e mi ricordo le polemiche e le resistenze a questa nuova metodica che, invece, oggi utilizzano tutti in tutto il mondo».
Oggi nessuno si sognerebbe di fare una colecisti se non in laparoscopia, mentre negli anni 90 sembrava un'eresia. Ecco, Eras, dopo la laparoscopia, è la grande rivoluzione della chirurgia, secondo Pavanello. Nel Veneto, l'ospedale di Conegliano fa da capofila di questa metodica utilizzata, in Italia, a Milano e Rimini, a Firenze, Ascoli e Cuneo. Bene per chi va a curarsi a Conegliano, ma il dottor Pavanello prova a diffondere il metodo in tutto il Veneto: organizzando anche per il prossimo anno un mega convegno sulla chirurgia del cancro al colon indirizzato ai medici e ai chirurghi, agli anestesisti e gastroenterologi. 
Maurizio Dianese
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci