Ferisce quattro poliziotti in due giorni: «Serve la pistola elettrica»

Lunedì 7 Ottobre 2019 di Davide Tamiello
Ferisce quattro poliziotti in due giorni: «Serve la pistola elettrica»
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VENEZIA - Quattro poliziotti feriti in due giorni. E a mandarli in ospedale, in episodi diversi, è stato sempre lo stesso individuo. E in tempi così delicati per le forze dell'ordine, dopo la tragedia di Trieste, i sindacati tornano all'attacco, chiedendo nuovi strumenti come il taser per poter lavorare in sicurezza.  Il protagonista, in questo caso, è un personaggio noto. Trentacinque anni, romeno, senza fissa dimora, che soffre di una patologia psichiatrica. Polizia e carabinieri, nel tempo, l'hanno segnalato molte volte. Almeno una decina di volte, negli ultimi tempi, il suo nome è comparso sui mattinali della questura. L'uomo, forte e di costituzione molto robusta, spesso litiga nei bar delle stazioni, tra Venezia e Mestre, pretendendo di mangiare senza pagare. Il primo episodio è avvenuto venerdì, quando il 35enne ha colpito un agente della Polfer, a Santa Lucia, che stava cercando di identificarlo. Il poliziotto,  con l'aiuto di altre tre guardie giurate (anche loro malmenate) è riuscito a fermarlo. Arrestato, l'aggressore è stato poi scarcerato per direttissima in attesa di perizia psichiatrica. E ieri mattina, il 35enne romeno era di nuovo al suo posto. E anche questa volta sono dovuti intervenire quattro agenti della Polfer per limare qualche sua intemperanza. L'uomo si è scagliato contro di loro: ad avere la peggio uno dei quattro poliziotti, che ha riportato la frattura del polso (30 giorni di prognosi). Anche gli altri, però, si sono fatti male: lesioni meno gravi, contusioni, comunque di 15 e 5 giorni. Il senzatetto è stato arrestato e portato in carcere, e lì vi rimarrà almeno fino a questa mattina per la convalida e il processo per direttissima. Resta il fatto che in due giorni quest'uomo ha distribuito 54 giorni di prognosi tra gli uomini della polizia ferroviaria. Una situazione che ha fatto andare su tutte le furie le organizzazioni sindacali delle forze di polizia. In primis verrebbe da chiedersi perché un soggetto socialmente pericoloso, malato e con più denunce, non abbia ancora una misura restrittiva di qualche tipo.
STRUMENTI E DIVISEAltra questione, quella relativa alle attrezzature a disposizione del corpo, come sottolinea Diego Brentani del Siulp. «Ci facciamo una semplice domanda - attacca - quando saranno dotati tutti i poliziotti di idonei strumenti di difesa per poter esercitare le proprie funzioni, evitando continui contatti fisici con soggetti considerati socialmente pericolosi? Ma è possibile che a distanza di nove anni si stia ancora parlando di sperimentazioni, di mancata distribuzione del vestiario agli operatori di polizia e che un tale disservizio sia considerato dal dipartimento della polizia di Stato?». Un punto su cui le organizzazioni sindacali non arretrano di un centimetro. «Per anni abbiamo cercato di far comprendere ai vertici del dipartimento e alla politica la necessità di dotarci di strumenti adeguati ai tempi, per rendere più sicuro ed efficace l'intervento di polizia, al fine di evitare tragedie come quelle avvenute a Trieste. Tragedie che però sono lo specchio di quanto accade in molte realtà territoriali, come appunto Venezia». E l'innovazione più attesa resta la tanto discussa pistola a impulsi elettrici, il taser. «Rivendichiamo che anche le Polfer e le Volanti della provincia di Venezia siano subito dotate di taser e di adeguata strumentazione che consenta di fermare soggetti violenti senza dover finire necessariamente all'ospedale, come avvenuto appunto in questo fine settimana». 
Davide Tamiello
Ultimo aggiornamento: 14:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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