Mamma in vaporetto: «Mia figlia a terra rischiava di morire e il comandante ha tirato dritto»

Lunedì 7 Ottobre 2019 di Tomaso Borzomì
Battello Actv nel Canale della Giudecca (foto di repertorio)
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VENEZIA - L’ansia e la preoccupazione per la salute della figlia con uno choc anafilattico in corso hanno fatto sì che Alessia Gianni chiedesse aiuto al preposto al comando del vaporetto della linea 2. Scontrandosi però con l’impossibilità, spiegata dal pilota, di saltare una fermata per far giungere più velocemente la donna a casa dalla figlia.



Tutto è accaduto sabato sera attorno alle 21.30: la madre si trovava nella tratta Tronchetto-Sacca Fisola, quando le è squillato il telefono: «Mi ha chiamato da Santa Margherita mia figlia, che soffre di allergia, dicendomi che non si sentiva bene e che cominciava a mancarle il respiro, mi ha spiegato i sintomi e le ho dato indicazioni, le ho detto di prendere un broncodilatatore - ha tutto il suo kit salvavita con lei - e che l’avrei richiamata dopo pochi secondi». La causa sarebbe stata una confezione di cioccolato che avrebbe potuto esser fatale alla quindicenne, allergica alle noci.
A quel punto, la donna ha chiesto aiuto al comandante
, dopo aver domandato alla figlia di iniettarsi l’adrenalina ed essersi sentita dire che non era in grado di farlo perché in preda ad un attacco di panico: «Sono corsa in cabina dal capitano, gli ho detto di avere un codice rosso, c’era mia figlia ai Carmini che si stava  soffocando per uno shock anafilattico, era in panico e non riusciva a farsi l’adrenalina, per questo gli ho chiesto di saltare la fermata di Sacca Fisola, dove eravamo quasi arrivati, per andare a San Basilio e poi tornare indietro». Il comandante però, secondo le parole della donna, non le avrebbe dato ascolto, spiegandole di non poter agire in tal modo e proseguendo la corsa regolarmente La madre quindi spiega di aver chiamato un taxi, aver chiesto aiuto ad un’amica della figlia per l’iniezione di adrenalina. Resta però la rabbia da parte della donna per la paura provata: «Non conosco il codice della navigazione, ma secondo me un’emergenza così va oltre ogni codice».

Alla fine la giovane è stata portata al pronto soccorso, dove è giunta in condizioni di salute buone anche grazie all’aiuto dell’amica. Ma i medici l’hanno tenuta in osservazione fino a ieri in tarda mattinata, prima di dimetterla. Dal canto suo, Actv preferisce attendere alcune verifiche con il preposto al comando per comprendere la corretta dinamica dei fatti. Per questo, allo stato attuale l’azienda non vuole commentare anzitempo quanto accaduto. Il comandante però, per eseguire la manovra straordinaria, avrebbe dovuto chiedere autorizzazione alla centrale operativa, altrimenti sarebbe incorso in una violazione che gli avrebbe comportato una sanzione. Inoltre, l’azienda precisa come i soccorsi a terra siano gestiti dall’Ulss e non dell’Actv. Allo stesso tempo, non è la prima volta che accade che all’interno di un vaporetto i piloti si sentano formulare richieste di ogni tipo per giungere a destinazione il prima possibile, trovandosi a dover vagliare con attenzione anche le situazioni più disperate. La vicenda ha avuto un’eco notevole su facebook, scatenando una polarizzazione di vedute tra chi si dice dalla parte della madre, accusando l’equipaggio, e chi invece prende le difese del comandante e della sua scelta. Tomaso Borzomì © RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: 18:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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