Venezia. La protesta: rive pubbliche diventano a uso privato

Domenica 6 Ottobre 2019 di Tomaso Borzomì
Venezia. La protesta: rive pubbliche diventano a uso privato
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VENEZIA - L'ultimo esempio è quello di piazzale Roma, dove, poco distante dal nuovo pontile, un taxi impediva l'accesso alla riva pubblica. La segnalazione è partita dal Comitato di cittadini per la città d'acqua che da anni si spende per osservare i cambiamenti in città: «Da tre anni seguiamo la situazione di cambiamento che sta avvenendo sulla gestione dei canali, dei posti barca, delle rive pubbliche e della viabilità nei canali», spiega il rappresentante del gruppo Pierandrea Gagliardi. Un problema che in città si sente sempre di più, dato che spesso le imbarcazioni diventano poco utili ai veneziani che vivono e lavorano in città: «C'è una filosofia abbandonata, per esigenze dei privati che occupano lo spazio pubblico, legata alla viabilità. A noi veneziani che ci viviamo e lavoriamo le rive servono per traslochi, lavoro, emergenza o anche solo per andare in barca alla domenica. Chiudere la riva è come chiudere un passo carraio, eppure qui succede», continua Gagliardi.
 
LE SEGNALAZIONISono tantissimi i casi documentati dall'associazione, dal rio di Noale, al rio Priuli, ma ultimamente la creatività dei privati spicca per ingegno, incurante dell'utilità delle rive per i cittadini. L'ultimo esempio è il rio de la Salute: «Un caso gravissimo, lì c'è una scalinata monumentale pubblica in pietra d'Istra che è stata completamente coperta da una passerella perché il nuovo hotel si è fatto l'approdo privato. Ma non capiscono che le rive hanno una funzione di scambio tra terra e acqua indispensabile a Venezia. Se uno cade in acqua la scalinata serve per tornare a riva, con la copertura diventa impossibile», incalza l'attivista.
ALLERTATO IL COMUNEPer questi motivi sono tante le segnalazioni che fioccano a Comune e Soprintendenza: «Abbiamo spiegato all'ufficio spazi acquei l'importanza delle rive, abbiamo fatto ricorsi alla Soprintendenza che in più occasioni ci ha dato ragione e ha fatto rimuovere i pontili abusivi - chiarisce Gagliardi - Il problema è che i privati intervengono senza rispettare le norme basiche, in alcuni casi c'erano anche viti di acciaio innestate sulla pietra d'Istria». Quindi i cittadini del gruppo chiedono maggiore attenzione per i veneziani: «Abbiamo chiesto di creare posti nei luoghi strategici della città destinati all'ormeggio, come il cimitero, l'ospedale, il Comune e piazzale Roma. Servono posti anche a tempo, da 30' a 6 ore, per consentirci di utilizzare le barche». Quindi l'accusa al Comune: «Non ci ascoltano, se ci danno ragione su due casi, magari intanto concedono 15 permessi agli hotel con troppa facilità. E pensare che l'ex ministro alla cultura aveva definito le rive parte del paesaggio della città, quindi andrebbero tutelate maggiormente», conclude Gagliardi. 
Tomaso Borzomì
Ultimo aggiornamento: 7 Ottobre, 12:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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