Riscaldamento globale. L'ingegnere del Cnr: «Fra 80 anni il mare arriverà fino a Mira»

Lunedì 30 Settembre 2019 di Roberta Brunetti
Riscaldamento globale. L'ingegnere del Cnr: «Fra 80 anni il mare arriverà fino a Mira» (Foto di analogicus da Pixabay )
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VENEZIA Per fine secolo, a causa dell'innalzamento delle temperature e di conseguenza del livello del mare, la linea costiera avrà oltrepassato la laguna. «Il mare arriverà all'incirca a Mira - ha ammonito, simulazioni alla mano, l'ingegner Alvise Benetazzo, ricercatore del Cnr-Ismar - Per continuare a vivere qui ci sarà bisogno di interventi che non sono il Mose. Ci sarà bisogno di tirare su muri. A Jakarta già lo stanno facendo, a New York ci stanno pensando...».

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E sui limiti del Mose ha insistito anche il professor Carlo Giupponi, professore di economia dell'ambiente a Ca' Foscari, nonché preside della Venice international university di San Servolo: «Abbiamo davanti tantissimi scenari futuri, legati anche ai cambiamenti climatici. Fondamentale è trovare soluzioni flessibili. Il Mose è l'esempio di quello che non si deve fare. Potrebbe funzionare, forse, ma quello è. Quello rimane. Se non funziona non è flessibile».
 
Se n'è parlato alla Giudecca, alla Settimana culturale organizzata dal circolo Nardi, che ha dedicato il suo terzo incontro per la città proprio alle conseguenze del riscaldamento globale. Tema molto caro al circolo presieduto da Luigi Giordani che ha tappezzato la sede di schede informative. Mentre a confrontarsi su Cambiamenti climatici: scenari futuri, con Benetazzo e Giupponi , c'era anche Paolo Perlasca, responsabile Wwf dell'oasi dune degli Alberoni.
IL PUNTOUn confronto a tre per fare il punto su una questione complessa, ma inconfutabile. «Per ora gli effetti del riscaldamento globale non sono così evidenti, almeno da noi, e questo ha lasciato spazio ai negazionisti climatici, ma i dati scientifici non si possono negare» ha osservato Benetazzo, passando in rassegna grafici che mostrano la crescita imponente delle temperature dall'epoca industriale ad oggi. E l'ulteriore impennata prevista da qui a fine secolo. Quanto grave sarà dipende solo dall'uomo. «Il processo non si può più fermare - ha premesso Benetazzo - Nello scenario peggiore, se non cambieremo stile di vita, avremo 4 gradi in più a fine secolo. Con un cambio radicale potrebbe essere limitato a un grado».
Parlando dell'Adriatico, il ricercatore Cnr ha sottolineato come il problema più grave sarà l'aumento del livello del mare: più 20, 30 centimetri nello scenario migliore. Ed ecco la prospettiva, se si continuerà con questo modello di sviluppo, di ritrovarsi con le spiagge a Mira tra ottant'anni (vedi la foto a sinistra).
Sull'importanza degli scenari è tornato anche Giupponi. In questi campi, non ci sono dati certi, ma questo non significa che il cambiamento non sia in corso. «Uno scienziato serio non darà mai risposte precise, non ci sono. Ma ci sono tante evidenze che le cose stanno cambiando e la cosa più stupida da fare in questo momento è stare fermi ad aspettare. Il problema va affrontato». Tra i fatti l'economista ha citato la crisi della Siria, innescata da una serie di annate di carestia, ma anche l'innalzamento del prezzo dei cereali, legato alla crescente aridità dell'Australia. «I scenari futuri sono tanti, ma ogni scelta andrà sottoposta una validazione climatica».
COSA FAREPerlasca, da parte sua, ha ricordato come anche mezzo grado farà la differenza. «Per fare un esempio, con un aumento di un grado e mezzo perderemo il 70% dei coralli, con due gradi li perderemo tutti». Ha quindi invitato a fare pressione su governi e istituzioni perché si mettano in pratica le raccomandazioni degli scienziati, a cominciare dalla riduzione dei combustibili fossili.
Roberta Brunetti
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Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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