Insulti e sputo ai leghisti, Claudia piange e ci ripensa: «Una sciocchezza» Video

Martedì 24 Settembre 2019 di Gabriele Pipia
Padova. Insulti e sputo ai leghisti, Claudia piange e ci ripensa: «Una sciocchezza»
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PADOVA - Domenica mattina si filmava con lo sguardo fiero mentre prendeva di mira il banchetto della Lega in piazza, nel cuore di Padova, insultando i militanti e sputando addosso al consigliere regionale Boron (sputando addosso al consigliere regionale Boron). Ventiquattro ore dopo, quella donna sembra un'altra persona. Chiusa nella propria camera da letto, con gli occhi gonfi di lacrime e con un grande tormento interiore. «Ho fatto uno sciocchezza», continua a ripetere Claudia Esposito, guardando gli occhi severi di papà Antonio. «Sì, mia figlia ha fatto una sciocchezza - ammette lui, sospirando e allargando le braccia - ma è una brava persona che attraversa un momento particolare. Ho letto che Zaia chiede una pronta denuncia, ma io faccio un appello al governatore: mia figlia ha capito di aver sbagliato e spero che tutto possa finire così».
 


Claudia Esposito, trentanove anni, è cresciuta nel quartiere padovano di Mortise ma da quattro anni vive in Inghilterra. Tornata da pochi giorni in città per la nascita del nipotino, domenica mattina in piazza della Frutta ha acceso i riflettori su se stessa scagliandosi verbalmente contro i militanti della Lega e poi colpendo con uno sputo il presidente della Commissione regionale Sanità, Fabrizio Boron.
 

Il video girato da un testimone dura due minuti e ritrae la donna mentre si avvicina con aria di sfida al banchetto del Carroccio, impugna il proprio cellulare e va all'attacco: «Questi sono i fascisti di Padova, questi sono quelli che odiano gli ebrei (...), quelli che stanno rovinando questo paese. Fascisti, antisemiti. Io vivo all'estero, voi siete la vergogna e la barzelletta di questo Paese». Una lunga aggressione verbale culminata con lo sputo. Immediate le reazioni di tutto il mondo leghista: Da Salvini a Zaia, dall'onorevole Fontana al consigliere regionale Marcato.
I MOTIVIIl video ha fatto esplodere un caso politico il cui eco è ancora lontano da spegnersi. «Ho fatto una sciocchezza» continua a ripetere lei mentre il padre, delegato sindacale della Cgil negli anni Ottanta, tenta di gettare acqua sul fuoco della polemica. Nel salotto dell'appartamento in via Ragazzi del 99, Antonio si prende cura della figlia cercando di parlare con toni bassi e pacati, distanti anni luce da quelli usati dalla donna domenica mattina. «Noi non siamo persone così. È stato un episodio isolato, di cui siamo molto dispiaciuti e per cui chiediamo scusa - spiega -. Lei evidentemente dentro ha molta rabbia. Si è laureata in Giurisprudenza all'Università di Bologna, ma non è mai riuscita a realizzarsi professionalmente. Ha lavorato in alcuni studi legali, tra Padova e Piove di Sacco, senza mai riuscire a farsi uno stipendio. È dovuta emigrare in Gran Bretagna, ma ora ad Oxford si trova a fare tutt'altro. Lavora nella ristorazione. Anzi, lo dico chiaramente: fa la cameriera. È probabile che ce l'avesse in generale con questo Paese». 
LA MILITANZASul portone d'ingresso è attaccato in bella mostra l'adesivo con il simbolo della Pace, mentre al piano terra c'è ancora il fiocco azzurro per il bimbo appena nato. Claudia, a detta del padre, non ha mai militato in un partito politico. «Siamo una famiglia pacifica e il suo - ripete il papà - non è stato affatto un attacco politico. È stato solo uno sfogo del momento, uno sfogo esagerato e sbagliato. Ora siamo distrutti e ci dispiace moltissimo per quello che è successo. Siamo solidali con il consigliere. Mi figlia ha capito; è tornata in Italia la scorsa settimana e tra poco ripartirà. Spero che la vicenda si chiuda qui». 
LE REAZIONIIeri è intervenuto sul caso anche il prefetto Renato Franceschelli: «L'aggressione va condannata e giustamente è stata censurata da tutte le forze politiche. Mi auguro, però, che questo episodio non metta in discussione le iniziative legate all'integrazione che sono presenti anche in città». Intanto il consigliere Boron riceve la solidarietà del capogruppo Pd Stefano Fracasso («Fatto sconcertante. Criticare è legittimo, insultare e sputare no») e ribadisce la propria posizione: «Non intendo presentare una querela per lo sputo, perché non voglio nemmeno trasformare quella donna in un'eroina. Il partito, invece, valuterà se presentare querela per gli insulti. Certi fatti accadono perché c'è un clima di aggressione nei confronti della Lega e qualcuno poi si sente giustificato a comportarsi così». Il caso politico appare chiuso ma potrebbero profilarsi strascichi giudiziari. 
Gabriele Pipia

Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 01:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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