Pontida, diretta. Salvini: «Questa Italia vincerà. Mai con la sinistra, mai con il Pd​». Aggredito videomaker

Domenica 15 Settembre 2019
Pontida, diretta. Salvini: «Questa Italia vincerà. Mai con la sinistra, mai con il Pd ». Aggredito videomaker
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È il giorno di Pontida, il raduno leghista è entrato nel vivo. Sul prato circa 80 mila persona in quello che gli organizzatori considerano la Pontida più affollata di sempre. In prima fila, tra quelle della Lega Nord e di Salvini premier, sventolano anche due bandiere dell'Italia. Sul fondale del palco campeggia lo slogan «La forza di essere liberi», sovrastata da una striscia tricolore. E tra partecipanti compare anche una effigie del cuore Immacolato di Maria. 

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PONTIDA, LA DIRETTA DELLA GIORNATA

Ore 13.53 Prende la parola Matteo Salvini dal palco a Pontida. «Questa è l'Italia che vincerà. L'odio e la paura non abitano a Pontida. Col sorriso si risponde agli insulti. Qua non ci sono poltronari ma uomini e donne con valori. Su Di Maio non cambio idea, è un amico anche se cambia fronte. Ma non condivido le sue scelte: mi spiace vedere che l'evoluzione dei 5 stelle si trasformi nel cappello in mano in Umbria per una poltrona. Mettetevi con chi volete tanto il popolo vi manda a casa. Da un lato la Fallaci, dall'altra la viziatella comunista Carola, quella che mi ha denunciato e che non vedo l'ora di guardare al processo a testa alta. Proprio il 15 settembre ci ha lasciato ma le sue idee vivranno per sempre. Grazie Oriana speriamo che i tuoi testi divengano libri di testo nelle scuole. Gli schiavisti e i razzisti e gli sfruttatori di uomini e donne stanno solo a sinistra: i comunisti di oggi non parlano più agli operai ma ai banchieri. Una flat tax al 15% per chi lavora e per chi crea lavoro: sarà il primo provvedimento della Lega quando tornerà al governo. Il Piave mormorava ieri come oggi: i nostri nonni non hanno dato il sangue per far un favore alle ultime Ong che arrivano quiPreferisco cedere ai traditori 7 ministeri oggi perché ce li riprenderemo tra qualche mese con gli interessi. Quasi 40 anni fa scriveva che sarebbe stato opportuno che i giudici rinunciassero alle elezioni, e che se lo avessero fatto si sarebbero dovuti dimettere dalle cariche giudiziarie. Era Rosario Livatino, un martire ucciso dalla mafia. Il 19 ottobre a Roma sarà la festa dell'orgoglio nazionale. Quando ci sono migliaia di persone della Lega gli agenti ci seguono col sorriso. Se proveranno ad aumentare le tasse sulla casa dovranno passare sui nostri copri: la casa è sacra e non si tocca».

Ore 13.42 «Da Pontida facciamo partire la resistenza per chi ci vuole con la testa china, da qui parte la rivoluzione».
Lo assicura il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, parlando dal palco del raduno di Pontida. Per il leghista «noi avremo sempre fissa in testa la stella polare dell'interesse del popolo» perché «il governo è nato in provetta. La gente ha capito perfettamente la crisi di governo».


Ore 12.54 Lo spirito unitario, con punte di meridionalismo, conquista il pratone di Pontida. Al raduno annuale della Lega, in provincia di Bergamo, la svolta sovranista impressa alla Lega dal segretario Matteo Salvini, contagia la base. Dopo l'edizione dello scorso anno, con Salvini vicepremier e ministro dell'Interno, anche a Pontida 2019 i sostenitori della Lega abbandonano i toni più aspri contro il Sud e sventolano bandiere tricolori, senza rinunciare ai vessilli regionali. Ma se la secessione è ormai un tabù, tanto che la grande scritta 'Secessionè è sparita dalla collina alle spalle del pratone e sul palco campeggia la scritta 'Prima gli italianì, la base leghista non rinuncia a modulare l'unità nazionale sotto il segno dell'autonomia regionale. «Il Sud è il nostro Fort Knox», dice Adriano da Bergamo, parlando con l'Adnkronos e sventolando una bandiera della Trinacria e una con l'Alberto da Giussano. «Ormai l'Italia è una sola, siamo talmente mischiati che non andrei mai contro i miei amici del Sud. L'Italia è una sola, deve essere unità e basta». Ma il Sud, continua, «va reso accessibile con i trasporti e le ferrovie. E l'autonomia gioverebbe di più a loro. Gli amministratori incapaci verrebbero fuori». 

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Ore 12.51 Salvini è più forte di sempre. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, parlando con i giornalisti a Pontida che gli hanno chiesto se l'uscita dal governo abbia indebolito Matteo Salvini. «Questa è la speranza che hanno i nostri avversari - ha spiegato Fontana - i nostri avversari si augurano che si litighi, che ci sia un indebolimento di Salvini, 'an capi na gott' (non hanno capito niente ndr), se posso dirlo in vernacolo.

Ore 11.43 «Noi vogliamo il governo del popolo contro il governo del palazzo. Il popolo può raccogliere firme, proporre leggi e e referendum. Ogni mese faremo un'iniziativa diversa in ogni regione italiana». Lo afferma il leader della Lega a fianco del palco di Pontida.

Ore 11.13 
«Il problema è che l'Italia torna ad essere un campo profughi. Lo vedremo nelle prossime settimane. Le ong hanno festeggiato. Se smonteranno il decreto sicurezza sarà un'altra occasione di referendum, perché sia il popolo ad opporsi alle scelte del palazzo. Sull'immigrazione la vede grigia nei prossimi mesi, la vedo male», ha commentato Salvini sulla vicenda Ocean Viking prima del suo intervento. 
 
Ore 10.55 «Vengo qui da 26 anni e una giornata così non l'ho mai vista, colonne enormi di auto, di pullman. Qualcuno immaginava una giornata triste, invece sarà una Pontida mai vista. Vogliamo un governo del popolo contro un governo del palazzo». Lo afferma il segretario federale della Lega, Matteo Salvini, incontrando i giornalisti, prima del suo intervento dal palco.

Ore 10 Il leader della Lega Matteo Salvini è arrivato intorno alle 10 a Pontida per il tradizionale raduno del Carroccio. Salvini è salito sul palco per salutare i militanti, che lo hanno accolto urlando «Matteo, Matteo».


Ore 9 Si parte subito con alcune tensioni: tra cui una manata sul microfono ad Antonio Nasso, videomaker collaboratore di Repubblica. «È meglio che te ne vai, altrimenti ci incazziamo». Così alcuni militanti di Pontida a un videomaker che si era avvicinato per realizzare dellec interviste filmate. Insulti seguiti da una manata sul microfono, dopo che il giornalista chiedeva di commentare la crisi di governo, voluta da Salvini. Alcuni hanno urlato «Mattarella mafioso», ribadendogli che era meglio andare via dal pratone. Risultato: tanto clamore e una videocamera fuori servizio, a testimonianza della tensione che si respira a Pontida.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 15:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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