Rifiutò la chemio, il giudice: «I genitori non sono padroni della salute dei figli»

Sabato 14 Settembre 2019 di Marco Aldighieri
Rifiutò la chemio, il giudice: «I genitori non sono padroni della salute dei figli»
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«I genitori erano convinti che Eleonora non dovesse sottoporsi alla chemio, hanno scelto di sottrarla all’unica cura riconosciuta dalla medicina e di lasciare che il tumore “guarisse” da solo». È il senso delle motivazioni della sentenza, 50 pagine, che ha condannato a 2 anni ciascuno, con pena  sospesa, i coniugi Lino e Rita Bottaro di Bagnoli di Sopra comune della Bassa padovana. Papà e mamma sono colpevoli di omicidio colposo aggravato dalla previsione dell’evento fatale per la figlia 17enne malata di leucemia.
Il giudice è arrivato alla sentenza di colpevolezza dei genitori di Eleonora, puntando sui doveri di padre e madre nei confronti dei figli. «...La salute del figlio non può essere lasciata al mero arbitrio del genitore, che senza alcun vincolo, possa adottare qualunque scelta a suo piacimento... E il genitore viene meno ai suoi doveri di cura e tiene una condotta gravemente negligente e imprudente, quando a una di queste “teorie” prive del minimo valore scientifico affida la vita del figlio...». E ancora: «...I genitori di Eleonora avevano il preciso dovere di attivarsi per garantire alla figlia il diritto primario, quello di vivere. Invece hanno fatto tutto quanto era in loro potere per sottrarre Eleonora alle cure che la potevano guarire, lasciandola in una falsa convinzione di guarigione che, per quanto dicevano, sarebbe arrivata solo a evitare la chemio che invece la avrebbe uccisa... Hanno creato un cordone di diffidenza tra la ragazza e i sanitari, facendo bene intendere alla figlia che era dai medici che si doveva difendere, non dalla malattia...». Durante il processo l’avvocato dei coniugi Bottaro ha sottolineato a più riprese in aula come Eleonora, nonostante i suoi 17 anni, fosse una ragazza matura capace di decidere della sua vita. Ma non l’ha pensata così il giudice Ventura. «...Eleonora non era una ragazza matura che aveva effettuato una scelta consapevole. Eleonora non aveva scelto di morire pur di non sottoporsi alla chemioterapia. Eleonora era una diciassettenne che proprio perchè tale non percepiva come realmente possibile la propria morte...».
IL GUP
Il primo dicembre del 2017 il Gup Mariella Fino aveva decretato il non luogo a procedere per i coniugi Bottaro. E la sua interpretazione della legge, come si evince anche in questo caso dalla motivazione della sentenza, è stata diametralmente opposta a quella del giudice che li ha condannati. Il primo contrasto è sui doveri dei genitori nei confronti dei figli. «...Non vige nell’ordinamento una regola che imponga ai genitori di educare i figli secondo i principi culturali dominanti, ma vige al contrario il diritto di libera manifestazione del pensiero strettamente correlato al principio di autodeterminazione in ambito terapeutico...». Quindi, una seconda frizione, è sulle convinzioni della medicina alternativa trasmessa dai genitori a Eleonora. I Bottaro sono infatti seguaci del metodo “Hammer”, il dottore tedesco fautore della teoria che i tumori non si curano con la chemioterapia. «...I genitori hanno trasmesso a Eleonora le proprie convinzioni e le proprie illusioni, ma l’illusione e il falso convincimento non sono rimproverabili alla mamma e al papà della ragazza in questa sede...». E infine il Gup Fino, sulla maturità di Eleonora nel poter prendere qualsiasi decisione, si è affidata a quanto aveva dichiarato in aula il professore Paolo Benciolini nominato tutore della ragazza dal Tribunale dei minori il 26 marzo del 2016: «...Era quella che chiamano “un grande minore”, da considerare come un soggetto maturo, in grado di esprimere il proprio consenso...». 
 

Ultimo aggiornamento: 07:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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