Zingaretti: «Renzi? Mi auguro non ci sia scisma dentro al Pd. Lavorerò per presidente dei democratici donna»

Mercoledì 11 Settembre 2019
Zingaretti: «Renzi? Mi auguro non ci sia scisma dentro al Pd. Lavorerò per presidente dei democratici donna»
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Prende la parola Nicola Zingaretti. Nicola Zingaretti contempla la possibilità di uno «scisma» renziano nel Pd come papa Francesco nella Chiesa cattolica e si augura che non avvenga. Per il segretario che ha fatto dell'unità il suo faro, interpellato sul tema in un'intervista tv, «l'unica cosa che non si capisce è quali motivi possano esserci alla base di un fatto lacerante». Alla domanda se Matteo Renzi remi nella stessa direzione del Pd aveva risposto nei giorni scorsi: «Mi auguro di sì.

Questo serve a lui e all'Italia». Per poi aggiungere, «vedremo, ognuno deve rispondere delle proprie azioni». Dunque, lo spettro della formazione di gruppi parlamentari autonomi renziani - la scissione - resta. Alla Camera si riuniscono per la prima volta dall'inizio della crisi i parlamentari di Base riformista, l'area Pd capeggiata da Luca Lotti e Lorenzo Guerini, acclamato come nuovo ministro della Difesa. Una sessantina i presenti, potenziali truppe dei nuovi gruppi renziani se la «separazione consensuale» si farà. Ma non tutti sarebbero disposti a seguire il senatore di Rignano. Molti considerano più opportuno restare nel Pd. La questione - non toccata oggi nell'incontro - è destinata a tornare fino alla Leopolda, prevista dal 19 ottobre. 

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Uno scenario in caso di «scisma» potrebbe vedere i fuoriusciti di Articolo Uno rientrare nel Pd 'derenzizzato'. A domanda Nico Stumpo, deputato di LeU (della componente Art.1, in maggioranza a sostegno del Conte bis), risponde: «Non voglio entrare in casa d'altri, leggo anch'io di ipotesi di separazione consensuale, intanto noi continueremo a lavorare per costruire un centrosinistra capace di essere maggioranza nel Paese». E prima aveva detto: «Contribuire alla ricostruzione del centrosinistra è uno dei motivi per cui è nato Articolo Uno. Un soggetto non destinato a durare per tre millenni...». Il Pd ha per ora perso per strada Carlo Calenda e Matteo Richetti, entrambi a causa dell'alleanza con il M5S. L'ex ministro, e ora eurodeputato, ha annunciato giorni fa la fondazione di un nuovo movimento e il senatore dem sembra intenzionato a farne parte o comunque a collaborare; Richetti dovrebbe lasciare il gruppo dem a Palazzo Madama dopo essersi astenuto sulla fiducia al Conte bis e iscriversi al Misto. Zingaretti intanto si impegna per un presidente donna per il partito al posto di Paolo Gentiloni, che andrà a Bruxelles, e incoraggia i primi passi del governo che ha contribuito a far nascere. Loda il premier Giuseppe Conte per le mosse in Europa verso la riforma del regolamento di Dublino sui migranti, ma deve fare i conti con le prime potenziali grane con il M5S (Luigi Di Maio convoca i suoi esperti in vista dell'Ecofin: che ne penserà il ministro dem del Tesoro Roberto Gualtieri?). «Al M5S dico: guai a contemplare le nostre differenze - avverte Zingaretti -. Se ci sono bisogna sedersi intorno a un tavolo e trovare una sintesi, nessuno metta la sua figurina Panini...».
 

Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 09:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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