No vax. Si torna a scuola, ma 7mila bimbi veneti restano fuori dalla classe

Mercoledì 11 Settembre 2019 di Raffaella Ianuale
No vax. Si torna a scuola, ma 7mila bimbi veneti restano fuori dalla classe
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Primo squillo di campanella oggi per gli studenti veneti. Con la sola eccezione dei quasi settemila bambini completamente inadempienti sul fronte vaccini. Sono infatti 6783, di cui 3113 in età da asilo nido e 3670 nella fascia 3-6 della scuola dell’infanzia, i piccoli che non potranno accedere ai servizi perché non sono stati sottoposti a nemmeno uno dei dieci vaccini previsti dalla cosiddetta “legge Lorenzin”, la norma che ha preso il nome dell’ex ministro alla salute pubblica che l’ha voluta introducendo di fatto l’obbligatorietà vaccinale che in Veneto non c’era. Non verranno per ora ancora impartire, invece, le sanzioni per gli studenti non in regola con le vaccinazioni che frequentano le scuole dell’obbligo, quindi nella fascia di età 6-16 anni.
 
I NUMERI
In dati, aggiornati a questo mese di settembre, elaborati dalle Aziende sanitarie svelano un 7,4 per cento di bambini figli di no-vax che non frequenteranno i nidi e nemmeno gli asili. Le Ulss con il maggior numero di bimbi inadempienti nella fascia 0-6 sono quella Euganea che ha 1377 piccoli che non hanno ricevuto nemmeno una somministrazione, seguita a ruota da quella della Marca Trevigiana che è a quota 1373. Per ordine di grandezza seguono l’azienda sanitaria Scaligera con 983 bimbi che non potranno frequentare nidi e materne, quella della Pedemontana a quota 826, la Berica con 777 piccoli non in regola, la Serenissima (747), l’Ulss Dolomiti (260) e l’azienda del Veneto Orientale (233). Per tutti questi bambini continuerà l’azione di richiamo e di informazione da parte delle Ulss e qualora i genitori decidessero di fare i vaccini, i propri figli potranno essere immediatamente accolti in classe.

LA REGOLA
Anche quest’anno scolastico, infatti, rimane la norma che per essere ammessi alle lezioni bisogna avere le coperture vaccinali secondo lo scadenzario deciso dal ministero della Salute, oppure, per quelli iscritti al primo anno, l’attestazione in un appuntamento presso l’Ulss per sottoporre il piccolo alla somministrazione. Qualora però l’appuntamento non venisse rispettato gli alunni vengono allontanati dalla frequenza. E chi già lo scorso anno è riuscito, con lo stratagemma dell’appuntamento, a procrastinare la frequenza fino a giugno non potrà più farlo. Del resto gli stessi genitori no vax avevano ritirato i figli da scuola trovando soluzioni alternative come i nidi in famiglia o i cosiddetti asili nel bosco, una sorta di fattorie didattiche dove non è richiesto alcuna certificazione sul fronte vaccinale.

LE FAMIGLIE
Quanto alla documentazione da presentare a scuola, le famiglie possono stare tranquille. Chi infatti ha i figli in regola con le vaccinazioni non dovrà fare nulla. A decorrere da quest’anno scolastico, infatti, i dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi per l’infanzia dovranno trasmettere l’elenco degli alunni iscritti alle aziende sanitarie entro il 10 marzo che a loro volta entro il 10 giugno provvederanno a restituire gli elenchi completandoli con l’indicazione dei ragazzi non in regola. Una procedura semplificata, che consente un dialogo diretto tra scuole e Aziende sanitarie, che in Veneto è possibile grazie all’anagrafe regionale informatizzata. Un’azione di controllo che coinvolge non solo i piccoli degli asili, ma tutti gli studenti fino ai sedici anni. Anche se, per chi frequenta le scuole dell’obbligo e non è in regola, per ora non scatterà la multa da 100 a 500 euro prevista per norma.

LE MULTE
La legge, quindi, finora rimane applicata solo a metà. Le regioni italiani avevano fatto un tavolo comune per procedere in modo unitario nei confronti degli inadempienti. Non essendo chiaro come ripartire le multe tra i chi è ad esempio no vax e chi è privo solo di qualche somministrazione, avevano scritto all’ex ministro alla salute Giulia Grillo per capire come procedere. Non avendo ottenuto risposta, probabilmente riporranno lo stesso quesito all’attuale ministro Roberto Speranza. Il rischio contenziosi si annuncia infatti elevato.

AVVIO D’ANNO
Il tutto in un avvio d’anno con ancora molte cattedre vuote. Le segreterie scolastiche, tra l’altro prive delle figure dei Dsga, i dirigenti di segreteria (il concorso è stato bandito ma sarà concluso tra un anno), stanno affannosamente inviando mail e telegrammi per occupare i posti. Sono infatti 9.421 le cattedre venete che dovranno essere occupate da personale precario perché le graduatorie degli insegnanti per le assunzioni a tempo indeterminato in Veneto sono esaurite per quasi tutte le materie. Le carenze più pesanti sono nel sostegno, ma anche alla scuola primaria perché i numeri chiusi nelle università venete non consentono di formare personale sufficiente. Considerato poi che il decreto salva-precari - che prevedeva concorsi riservati per chi aveva almeno tre anni di insegnamento e percorsi per l’abilitazione dei precari - concordato dai sindacati con il passato governo non è stato convertito in legge, non ci sarà una soluzione a breve termine alla carenza di docenti.
Raffaella Ianuale
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Ultimo aggiornamento: 14:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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