Il Nord è quasi assente, ma la qualità di un governo si misura sulle scelte non dalle carte d'identità

Martedì 10 Settembre 2019
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Caro direttore,
nell'edizione di domenica 8 Settembre, rubrica lettere al direttore, un lettore riporta: «Una vera offesa al Nord Italia, nessun ministro del Nord Italia». Per la precisione e per una giusta informazione (non so se Lei direttore è d'accordo) lo scritto non riporta esattamente la situazione per quanto riguarda i ministri e la loro provenienza geografica perché per alcuni di cui sono a conoscenza (Franceschini, Guerini e De Micheli sono del Nord, basta sentire il loro accento) trattasi nello specifico di quanto segue: il Ministro Patuanelli è nato a Trieste, Franceschini storico esponente del PD è di Ferrara, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Fraccaro è di Montebelluna, Guerini se non erro è lombardo, la De Micheli (tra l'altro oggetto di riprovevoli insulti) è piacentina. Ho citato alcuni, potrei inserire anche il ministro Gualtieri che è di Roma quindi non del Sud ma centro Italia, oltretutto con incarichi svolti in Europa. Questi ministri sono stati designati alla guida di Ministeri importanti per esempio Economia, Infrastrutture ecc. Giusto pubblicare il pensiero dei lettori però credo che bisogna essere attenti alla realtà; magari Lei direttore come super partes non potrebbe verificare esattamente la provenienza geografica dei nuovi ministri anche se la cosa personalmente non mi interessa perché il giudizio verrà dato a mandato concluso?

Romano G.
Padova

Caro lettore,
bisogna riconoscere che la realtà non di discosta molto da quella descritta, magari con una certa enfasi, dal nostro lettore. Dal punto di vista geografico il Nord nel governo Conte bis è davvero scarsamente rappresentato. È vero, non mancano in assoluto ministri nati nel Nord Italia, ma nessuno dei responsabili dei dicasteri di prima importanza (Esteri, Interni, Economia, Giustizia, Sanità) proviene da una regione settentrionale; la più popolosa e ricca regione italiana (la Lombardia) è rappresentata da un solo ministro ( Guerini), mentre al Veneto e al Piemonte sono stati assegnati due dicasteri senza portafoglio. Per tre territori che da soli contano 20 milioni di abitanti e producono una fetta significativa della ricchezza del Paese non è oggettivamente un grande riconoscimento. Penso che nella scelta dei ministri sia Pd che M5s, i cui gruppi dirigenti sono in larga parte espressione dell'Italia centro-meridionale, alla geografia nazionale abbiano privilegiato quella interna, cioè gli equilibri correntizi. Dopodiché la qualità di un governo, anche rispetto agli interessi e alle priorità dei singoli territori, si misura sulle scelte, non sulle carte d'identità dei ministri. Il governo Monti era guidato da un esponente di punta della classe dirigente lombardo-milanese, ma non credo che al Nord lo rimpiangano in molti.

    
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