Pordenone. Pronto soccorso intasato. Si resta in coda per ore

Lunedì 9 Settembre 2019
Pordenone. Pronto soccorso intasato. Si resta in coda per ore
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PORDENONE - Tutti in coda. Al pronto soccorso. Già, perchè continuano ad arrivare le segnalazioni di pazienti che lamentano attese anche di diverse ore. Una situazione che rischia di diventare ancora più grave con l'arrivo della stazione autunnale quando le patologie aumenteranno sicuramente di numero. Resta il fatto che la carenza di personale, il grande accesso di utenti che non avrebbero comunque bisogno di transitare attraverso il Dipartimento di urgenza, stanno facendo crescere le attese. Salvo emergenze, ovviamente, il tempo medio è di almeno due ore e mezza. Detto così sembra poco, in realtà sono parecchie le persone che aspettano anche 5 - 6 ore, spesso sedute sulla sedia non certo comoda che si trova nella sala d'attesa. Poi ci sono i tempi tecnici una volta effettuata la vita,  soprattutto se vengono chiesti esami diagnostici. Morale della favole l'attesa può arrivare anche a otto ore. Sono casi rari, ma che capitano regolarmente e quotidianamente.
NUOVO CODICEPer cercare di dare risposte (oltre all'aumento del personale e all'invito a rivolgersi al medico di base o alla guardia medica se non ci sono urgenze) arriva una nuova sperimentazione. Un nuovo codice, quello azzurro. La grande novità, infatti, è la rivisitazione dei codici che prevedono un sistema di 5 numeri (l'uno identifica i casi più gravi mentre il cinque rappresenta le non urgenza). Cinque colori da seguire: rosso per le emergenze che richiedono l'accesso immediato, arancione per le urgenze che prevedono l'accesso entro 15 minuti, azzurro(è quello nuovo) per gli interventi che vanno gestiti entro un'ora, verde per le urgenze minori da gestire entro due ore e infine bianco per interventi non urgenti da gestire entro quattro ore. Questa nuova colorazione fa parte dell'accordo in conferenza Stato-Regioni e che dovrà diventare operativo entro 18 mesi. Anche l'ospedale di Pordenone, quindi, dovrà adeguarsi.
LA SPERIMENTAZIONEIn realtà il Fvg è stato precursore di questa rivoluzione. Dallo scorso 1 agosto, infatti, è stato attivato, in via sperimentale all'ospedale San Polo di Monfalcone, un ambulatorio per la gestione dei codici bianchi e verdi in Pronto soccorso, con l'obiettivo di gestirne i flussi, migliorare l'appropriatezza dell'accesso alla struttura d'emergenza e ridurne i tempi di attesa. Una soluzione che era stata studiata anche al Santa Maria degli Angeli di Pordenone, man che non è mai andata a regime. L'accordo Stato-Regioni vede il Friuli Venezia Giulia in una posizione avanzata con il sistema di Triage intraospedaliero, sistema inteso come primo momento di accoglienza delle persone che giungono in pronto soccorso.
L'ALTRA NOVITÀUn'altra novità è l'Obi, l'Osservazione breve intensiva, un'area che nasce vicino al Pronto soccorso con una postazione ogni 5.000 accessi (2 ogni 4.000 per il Ps pediatrico), un infermiere h24 in condivisione con il pronto soccorso - e un medico presente un'ora al giorno per ogni postazione. Non è una corsia parallela al Ps, ma un progetto clinico e assistenziale dedicato all'accoglienza del paziente e rivolto alla soluzione di problemi a moderata complessità, con tanto di dimissioni. Dal Ps si passa comunque per il triage e una prima valutazione e la decisione di destinare un paziente in Obi dev'essere presa dal medico del pronto soccorso, ovvero dal medico specialista solo in presenza di protocolli di accordo formalizzati con le altre unità operative. Tanto lavoro con poco personale? Il nuovo piano ha pensato anche a questo e per gli ospedali con più di 25.000 accessi all'anno (Pordenone è compreso) dovrà esserci un infermiere per sorvegliare la sala d'attesa ed è pure raccomandata la presenza di una figura addetta a garantire la sicurezza dei visitatori e degli operatori.
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