Cerciello, la telefonata tra gli americani e Brugiatelli: vieni da solo

Venerdì 6 Settembre 2019 di Valentina Errante
Cerciello, la chat tra gli americani e Brugiatelli: vieni da solo
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Un file audio di un minuto e 19 secondi. Poco prima dell'incontro a Prati, a Roma, dove i carabinieri Andrea Varriale e Mario Cerciello Rega saranno aggrediti da Finnegan Lee Elder, che accoltellerà a morte Mario Cerciello, e Christian Natale Hjort, Sergio Brugiatelli contatta sul suo cellulare i due turisti fuggiti con la sua borsa.

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Accanto all'uomo  ci sono già i due militari che registrano la conversazione, adesso agli atti dell'inchiesta sulla morte di Cerciello Rega: «Vieni da solo, sei con il tuo amico?», chiede Natale al telefono. Qualche ora prima, a Trastevere, Brugiatelli aveva accompagnato i ragazzi da uno spacciatore che aveva venduto loro tachipirina al posto di cocaina. L'intervento di quattro militari fuori servizio aveva provocato la fuga generale. Così erano stati chiamati a intervenire Varriale Cerciello Rega.
 


Varriale: «Ci hanno accoltellato 'sti bastardi». «Ci hanno preso a coltellate 'sti bastardì». Lo afferma il carabiniere Andrea Varriale nella prima telefonata, alle 3.22 del 26 luglio, con cui comunica alla Centrale Operativa l'aggressione, risultata poi mortale, al collega Mario Cerciello Rega. La telefonata è citata in una informativa dei carabinieri depositata dalla Procura in vista dell'udienza al tribunale del Riesame. Nel colloquio Varriale afferma: «c'hanno preso a coltellate 'sti bastardì». La Centrale Operativa interviene: «Ma quelli lì che hai fermato?». Varriale: «Li abbiamo fermati, c'hanno acco…». Centrale Operativa: «Eh, ma dimmelo che li hai fermati no!! Ti mando qualcuno!!». Varriale: «Ma che ho fermato che appena li abbiamo fermati c'hanno accoltellato!!». Centrale Operativa: «Ma come sei arrivato a via Cicerone da piazza Trilussa?». Varriale: «Eh perché l'appuntamento non era lì, era da un'altra parte». Centrale Operativa: «Eh ma dimmelo, chiamami no, ti faccio avvicinare una macchina lì vicino!! Vabbè ma come state?». Varriale: «Mario sta perdendo un sacco di sangue, ci serve l'ambulanza, Via Pietro Cossa».

Gli investigatori: «Quadro accusatorio granitico». Il quadro degli elementi raccolti «rafforza ulteriormente il già granitico quadro accusatorio nei confronti di Christian Gabriel Natale Hjort, che ha pianificato nei minimi dettagli tutte le fasi della condotta delittuosa posta in essere unitamente a Finnegan Lee Elder nel corso di quella nottata, conclusasi con la morte del vicebrigadiere Cerciello». Lo affermano i carabinieri in una informativa depositata dalla procura di Roma in vista dell'udienze davanti al tribunale del Riesame nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio Cerciello.

Per gli inquirenti la posizione di Natale si aggrava anche alla luce del fatto che «l'arma bianca utilizzata per l'omicidio sia stata successivamente collocata nel controsoffitto della stanza, a testimonianza della comune volontà di occultare le prove a loro carico». Circostanza che porta ad escludere «che Natale non fosse a conoscenza dell'accaduto» così come «il contributo linguistico offerto dall'indagato, necessario e determinante nella realizzazione di entrambi i reati».

Varriale: «Mostrammo il tesserino. Eravamo senza pistola, difficile nasconderla in borghese». «Eravamo senza pistola: quando fai quei tipi di servizio, in borghese, non sai dove nasconderla ma mostrammo il tesserino di riconoscimento e ci qualificammo». È, in sintesi, la versione fatta mettere a verbale, il 9 agosto scorso, dal carabiniere Andrea Varriale nel corso dell'audizione svolta in procura a Roma su cosa avvenne la notte del 26 luglio scorso quando il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega venne colpito da 11 coltellate sferrate da Finningan Lee Elder. Un racconto, che gli inquirenti giudicano credibile, con il quale il carabiniere che era in pattuglia con Cerciello prova sgombrare i dubbi sulla dinamica della drammatica colluttazione.

Il verbale dell'audizione svolta nell'ufficio del procuratore facente funzioni, Michele Prestipino, è stato messo agli atti dalla Procura in vista dell'udienza del tribunale del Riesame che il 16 settembre prossimo dovrà vagliare l'istanza di scarcerazione avanzata dai difensori di Natale. Dal canto loro gli avvocati di Elder hanno rinunciato all'udienza. Un particolare, quello sulla mancata presenza dell'arma, più volte smentito da inquirenti e investigatori durante la prima fase delle indagini. «L'ho lasciata nell'armadietto», ha aggiunto Varriale spiegando che la decisione era legata al fatto che l'attività di controllo delle piazza di spaccio viene svolta in borghese, con un abbigliamento per non dare nell'occhio, in particolare durante l'estate, simile a quello di qualsiasi turista in giro per le stradine di Trastevere: maglietta e bermuda.

«Per noi è impossibile in questo modo nascondere l'arma», ha puntualizzato Varriale. Per quanto riguarda l'utilizzo del distintivo di riconoscimento Varriale ha assicurato che i due lo hanno mostrato subito ai due giovani americani affermando di «essere carabinieri». Anche su questo punto non sono mancate polemiche e le difese hanno parlato di un «vero e proprio giallo» in quanto nel marsupio di Cerciello sono stati trovate «chiavi, banconote, un cellulare e un mazzo di carte» ma non la placca di riconoscimento.

Agli atti anche un video di circa trenta minuti che va a coprire il «buco» di 24 minuti intercorso dal momento in cui i due americani escono dall'albergo dove alloggiavano fino all'appuntamento che avevano preso con Sergio Brugiatelli, l'intermediario del pusher a cui volevano restituire lo zaino sottratto a Trastevere alcune ore prima. Il video mostra i due ragazzi muoversi nervosamente avanti e indietro, passando più volte davanti ad un bar, per effettuare una sorta di «ricognizione» della zona arrivando anche a controllare la presenza delle telecamere a circuito chiuso. Elder e Natale sembrano tesi e preoccupati, si nascondono dietro le macchine in sosta, al passaggio di un mezzo dei carabinieri. Dal video non è possibile individuare il coltello utilizzato da Elder per colpire Cerciello.
L'arma, secondo quanto accertato, era stata occultata dal giovane americano sotto la felpa che indossava.

Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 00:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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