Asportato tumore al fegato di 5 chili: il paziente dimesso dopo 7 giorni

Giovedì 5 Settembre 2019 di Mauro Favaro
Asportato tumore al fegato di 5 chili: il paziente dimesso dopo 7 giorni
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Aveva un tumore al fegato su una cirrosi epatica: un'enorme massa di 5 chili che ormai era arrivata a riempire l'addome. Una serie di ospedali avevano giudicato il caso come inoperabile: la neoplasia aveva intaccato vasi sanguigni vitali, rendendo elevatissimo il rischio di un'emorragia letale. Per il 64enne, residente in provincia di Venezia, sembrava non esserci più nulla da fare. Invece no. La svolta è arrivata quando si è rivolto all'unità di Quarta chirurgia dell'ospedale di Treviso, diretta da Giacomo Zanus. L'equipe medica ha analizzato a fondo la situazione. E poi ha deciso di intervenire chirurgicamente.
SEI ORE
L'operazione, quanto mai complessa, è stata eseguita a luglio. È durata sei ore. Ed è perfettamente riuscita. Il primario è riuscito ad asportare l'intera massa tumorale di 5 chili, alta 22 centimetri, larga 18 e profonda 15. Il recupero del 64enne ha sorpreso tutti. Dopo la prima notte in Terapia intensiva, il paziente ha trascorso una settimana nel reparto di Quarta chirurgia. Poi è stato dimesso, tornando a una vita praticamente normale. Pochi giorni fa ha effettuato la Tac di controllo, sempre a Treviso. Tutto procede per il meglio.
«Intervenire chirurgicamente su un fegato cirrotico è estremamente delicato fa il punto Zanus abbiamo iniziato asportando alcuni noduli a loro volta degenerati nella parte sinistra del fegato, in modo da poter valutare la consistenza della parte sana rimasta. Di seguito, ci siamo spostati nella parte destra del fegato e abbiamo asportato l'enorme massa tumorale, staccandola senza danneggiare i vasi vitali». Nell'ospedale di Treviso nessuno ricorda un intervento del genere. Prima di procedere con l'asportazione del tumore è stato necessario mettere in pratica un'azione di devascolarizzazione per ridurne la grandezza. Il fegato riceve un litro e mezzo di sangue al minuto: con questo flusso la massa sarebbe stata ancora più imponente, e di conseguenza difficile da togliere.
L'operazione è stata possibile grazie alla perfetta sinergia tra l'unità di Anestesia, guidata da Antonio Farnia, eccezionale nel gestire i momenti critici legati ai cali di pressione nel corso delle sei ore di intervento, la Radiologia diagnostica, diretta da Giovanni Morana, che ha preparato il campo, e la Gastroenterologia, gestita da Stefano Benvenuti. Senza ovviamente scordare gli infermieri. «Abbiamo agito come un'unica squadra. Il chirurgo può essere paragonato al centravanti di una squadra di calcio: è quello che può finalizzare l'azione, ma senza i compagni non va da nessuna parte sottolinea Zanus . Sono arrivato a Treviso alla fine dell'anno scorso. Prima ero a Padova, dove continuo a insegnare all'università. Non posso che ringraziare la direzione dell'Usl della Marca, a partire dal direttore generale Francesco Benazzi, che mi ha permesso di portare a Treviso tutta la tecnologia, costosissima, riguardante la chirurgia del fegato e delle vie biliari».
Se non si fosse intervenuti in questo modo, il 64enne avrebbe dovuto sperare in un trapianto. Ma a fronte di una massa tumorale di tali dimensioni avrebbe potuto essere addirittura controproducente per il rischio di recidive. L'operazione chirurgica era una strada più che mai tortuosa ma di fatto obbligata. Allo stesso tempo, però, è stato necessario valutare attentamente che il fegato colpito dalla cirrosi fosse poi in grado di continuare a fare il proprio lavoro. Si rischiava l'insufficienza epatica. Insomma, una strettoia. Ed è proprio in questa che si sono inseriti alla perfezione i medici e i chirurghi dell'ospedale di Treviso.
DIFFICOLTÀ
La Quarta chirurgia, oltre al primario, conta dieci medici. A breve dovrebbero arrivarne altri tre. Uno al momento è distaccato in pronto soccorso. L'unità si occupa anche dei trapianti di rene. Quest'anno, dicono le proiezioni, l'attività aumenterà del 25%. «Abbiamo una squadra fantastica che si impegna al massimo, senza guardare gli orari conclude Zanus domenica, ad esempio, abbiamo avuto tre emergenze e passato l'intera giornata in sala operatoria. Dobbiamo essere orgogliosi della sanità che funziona in questo modo».
Mauro Favaro
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Ultimo aggiornamento: 09:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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