Immigrati circondano i militari per impedire l'arresto di uno spacciatore

Martedì 3 Settembre 2019 di Davide Tamiello
Immigrati circondano i militari per impedire l'arresto di uno spacciatore
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MESTRE - Prima ha reagito con violenza ai lagunari, poi i suoi connazionali si sono messi in mezzo, tentando di impedire ai militari di raggiungerlo. Una serata di tensione, quella di domenica sera ai giardini di via Piave, tra un gruppo di nigeriani e una pattuglia del servizio Strade sicure. L’intervento delle volanti della questura ha contribuito a riportare la situazione alla calma: tutti i presenti sono stati identificati e il protagonista del controllo denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni. 
 Lo spaccio, in via Piave, è tornato in auge. Tunisini e nigeriani, questa volta, sembrano aver imparato la lezioni e invece che farsi la guerra, hanno stretto una “pax” per non rovinarsi il mercato a vicenda. Ben inteso: la situazione non è paragonabile a quella di più di un anno fa, quando l’organizzazione criminale africana che gestiva lo spaccio di eroina in zona, aveva un presidio h24 di pusher da via Monte San Michele a via Trento, da via Col di Lana a via Piave. Ora i controlli sono sempre più serrati: tra volanti, polizia locale, carabinieri e lagunari, il presidio della zona è quasi costante. Ma l’area è vasta, e muovendosi in bicicletta fanno presto a cambiare strada al primo lampeggiante in arrivo. E il mercato, soprattutto, è decisamente vivo e in crescita.
Domenica sera, è stato un residente a indirizzare la pattuglia dei lagunari verso quel giovane nigeriano. L’uomo l’aveva osservato per ore: avvicinarsi a una persona dopo l’altra, per poi allontanarsi rapidamente e, più tardi, tornare al proprio posto. È stato lui, quindi, a suggerire ai militari di controllare che non si trattasse di uno spacciatore. Quando gli uomini in mimetica si sono avvicinati ai giardini, però, l’uomo non ha accettato di collaborare, anzi. Ha prima ignorato i militari, poi quando uno di loro si è avvicinato è partita una colluttazione. Il giovane africano, nella lotta, è riuscito a colpire il lagunare con un pugno al volto. La reazione del militare però non si è fatta attendere: con l’aiuto del compagno di reparto non ci ha messo molto a mettere a terra e immobilizzare l’uomo. A quel punto i connazionali del pusher si sono precipitati in aiuto dell’amico, fronteggiando i militari per cercare di fare da barriera umana e permettere al giovane di fuggire. Ai lagunari non è rimasto che chiamare i rinforzi, visto l’evidente disparità numerica. In pochi secondi, sul posto sono arrivate le volanti della questura. I poliziotti, insieme ai militari, hanno quindi fatto aprire le maglie della “falange” nigeriana andando a prendersi l’uomo. Lui è stato accompagnato in questura e denunciato, gli altri tutti identificati. 
Le contromisure non possono essere solo repressive, questo è un concetto che ormai è chiaro a tutti.

In attesa di nuove idee in ambito urbanistico e sociale, però, alle forze dell’ordine tocca il compito del contrasto al fenomeno giorno per giorno. Le volanti, quest’estate, hanno intensificato in particolare nella zona di via Piave le pattuglie fisse e di ronda. La polizia locale ha istituito servizi serali specifici, a piedi e in auto. Stesso copione per i carabinieri. Le risposte ai cittadini, però, forse adesso devono arrivare da altri interlocutori.

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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